Indagine dell’Ue sullo smog a Milano: “Dati sottostimati da oltre 3 anni”

Pubblicato il 1 Marzo 2010 - 13:40 OLTRE 6 MESI FA

Il 31 gennaio del 2007 la centralina dell’Arpa a Monza registra 101 microgrammi per metro cubo di polveri sottili. Accanto a quella stazione, in quel periodo, c’è un laboratorio mobile, sistemato lì dai tecnici della Commissione europea. Stanno facendo un controllo di qualità sulle stazioni di rilevamento lombarde. Il risultato di questa seconda centralina, che utilizza le tecnologie più avanzate e all’avanguardia, è radicalmente diverso: circa 180 microgrammi di Pm10, quasi 80 in più del valore che verrà riferito ai cittadini.

Sarà così anche nei giorni a venire: tra il 30 gennaio e il 2 febbraio 2007, i dati che l’Arpa ha divulgato ai lombardi sono sempre più bassi di quelli reali, con discrepanze che vanno da un paio a 30 o 40 microgrammi. Conclude così il rapporto dei tecnici europei: «La comparazione… ha evidenziato che, in particolare ad alti livelli di Pm10, la centralina dell’Arpa sottostima le concentrazioni».

I rapporti seguenti andranno avanti con relazioni su altre campagne di controllo, concludendo che durante le prime verifiche i dati registrati dall’Arpa sono «sistematicamente » più bassi di quelli reali. Che sopra una certa soglia (120 microgrammi) la sottostima delle macchine regionali diventa «drammatica».

I rapporti sono stati redatti ogni 6 mesi, a partire dal novembre 2006, da una équipe specializzata del Joint research center, il Centro comune di ricerca di Ispra, direzione generale della Commissione europea che si occupa della ricerca scientifica. Il lavoro è frutto di un accordo tra Commissione e Regione Lombardia siglato nel 2006 e costato al Pirellone 6 milioni di euro.

Lo studio è articolato in quattro aree: «Identificazione delle sorgenti dell’inquinamento», «analisi delle opzioni tecnologiche per l’abbattimento dello smog», «monitoraggio della qualità dell’aria», «valutazione integrata». La Regione però non ha mai diffuso i risultati. Né ai cittadini, né agli altri enti locali. Fino ad oggi sono stati ultimati 7 rapporti: il Corriere della Sera, che ha riportato la notizia, ha potuto consultare i primi sei grazie all’impegno dei «Genitori antismog », che da anni si battono per la ricerca della documentazione scientifica sull’inquinamento che le istituzioni «nascondono » ai cittadini.