Inquinamento mare, rischio ridotto con sacchetto Mater-Bi (quello biodegradabile della verdura)
Pubblicato il 2 Luglio 2019 - 15:47 OLTRE 6 MESI FA

Inquinamento mare, rischio ridotto con sacchetto Mater-Bi (quello biodegradabile della spesa)
ROMA – Ogni rifiuto, per un principio ecologico, dovrebbe essere smaltito in modo corretto, anche le plastiche biodegradabili. Ma se in natura, e in particolare in mare, finiscono i sacchetti in Mater-Bi – quelli che si utilizzano ad esempio per pesare frutta e verdura nel supermercato – il rischio ecologico è senz’altro ridotto. La prova arriva da un programma di studi scientifici – curato da Novamont, gruppo industriale pioniere nella produzione di bioplastiche e che ha brevettato Mater-Bi – i cui risultati sono stati presentati oggi, 2 luglio, a Roma.
Questi studi sono stati in parte svolti da Novamont nei propri laboratori e in parte commissionati ad alcuni enti di ricerca, e sono stati coordinati da Francesco Degli Innocenti, responsabile della funzione Ecologia dei Prodotti e Comunicazione Ambientale di Novamont. La ricerca sul sacchetto in Mater-Bi è stata sviluppata in tre ambiti: la biodegradabilità intrinseca marina (laboratori Novamont), la disgregazione in ambiente marino (Hydra) e l’ecotossicità rilasciata nei sedimenti per effetto della biodegradazione (Università di Siena).
In sintesi, il Mater-Bi “esposto a microorganismi marini si comporta in modo simile, per livello e tempistiche” ad esempio alla carta), ha spiegato Degli Innocenti, cioè “raggiunge alti livelli di biodegradazione” in un periodo di test inferiore ad un anno. Gli esperimenti sulla disgregazione del Mater-bi in ambiente marino condotti da Christian Lott, ricercatore dell’istituto tedesco di ricerca e documentazione di biologia marina Hydra Marine Sciences hanno dimostrato che il tempo per una completa sparizione dei sacchetti in Mater-Bi è fra meno di quattro mesi a poco più di un anno, a seconda della natura dei fondali presi in considerazione. Infine, i test di ecotossicità compiuti su alghe unicellulari (Dunaliella tertiolecta), riccio di mare (Paracentrotus lividus) e spigola (Dicentrarchus labrax) hanno escluso effetti tossici. (fonte ANSA)