“Pirati del petrolio” e “trivella selvaggia”. Legambiente: 70 in arrivo

Pubblicato il 30 Luglio 2012 - 19:10 OLTRE 6 MESI FA
Vittorio Cogliati Dezza, presidente Legambiente (Foto LaPresse)

ROMA – Presto davanti alle coste italiane potrebbero stagliarsi i profili delle piattaforme petrolifere, settanta, per l’esattezza: lo denuncia Legambiente. Secondo l’associazione ambientalista alle nove piattaforme che già stanno estraendo petrolio dal sottosuolo al largo delle coste italiane si starebbero per aggiungere altre 70 trivelle.

Secondo Legambiente a scatenare la “trivella selvaggia” sono stati “i colpi di spugna normativi dell’ultimo anno, a partire da quello previsto dal decreto Sviluppo”.

Attualmente sui 10.266 chilometri quadrati di mare italiano sono stati già rilasciati 19 permessi di ricerca petrolifera, mentre 41 richieste minaccerebbero altri 17.644 chilometri quadrati di mare. Queste richieste dovranno essere valutate ed eventualmente autorizzate da parte del Ministero dello Sviluppo economico.

In tutto, secondo il rapporto di Legambiente “Trivella Selvaggia”, ”tra le aree già trivellate e quelle che a breve rischiano la stessa sorte, si tratta di circa 29.700 km quadrati di mare, una superficie più grande di quella della regione Sardegna”. I dati del dossier ”indicano un quadro allarmante che rischia di ipotecare seriamente il futuro del mare italiano e delle attività economiche connesse, a partire dal turismo di qualità e dalla pesca sostenibile”, evidenzia Legambiente.

Il tutto, secondo Legambiente, per un gioco che non vale la candela, in quanto ”le ultime stime del ministero dello Sviluppo economico indicano come certa la presenza nei fondali marini di soli 10,3 milioni di tonnellate di petrolio che, ai consumi attuali, sarebbero sufficienti per il fabbisogno nazionale per sole 7 settimane”.