Mais Ogm avanza, l’Unione Europea non lo ferma

di Redazione Blitz
Pubblicato il 13 Febbraio 2014 - 14:58 OLTRE 6 MESI FA
Mais Ogm avanza, l'Unione Europea non lo ferma

Mais Ogm avanza, l’Unione Europea non lo ferma (LaPresse)

BRUXELLES, 13 FEB – Avanza il mais ogm in Europa, nonostante l’opposizione di 12 Paesi membri della Ue.

Nella lettera inviata a Bruxelles da 12 Paesi, tra cui l’Italia, a Bruxelles per chiedere lo stop alla coltivazione del nuovo mais Ogm, non c’è “nessun nuovo argomento”: così ha risposto il commissario Tonio Borg, secondo il quale toccava ai 28 opporsi all’ok che la Commissione è ora tenuta a dare.

Ora, fa sapere Borg, sblocchino la proposta di coltivazione. Avanti mais (ogm).

Nella sua lettera di risposta ai 12, Borg fa presente che nella loro missiva sono stati ribaditi gli stessi concetti già discussi dai ministri dei 28 martedì, senza portare quindi “nessun nuovo argomento al dibattito”. Il commissario sottolinea quindi che spettava al Consiglio Ue esercitare il suo diritto di bloccare l’autorizzazione alla coltivazione del mais Pioneer 1507, anziché aspettare la fine della scadenza legale di ieri per agire.

Ora, secondo le regole procedurali, la Commissione – ribadisce Borg ai 12 – deve adottare la proposta di via libera, in attesa da 13 anni con 6 pareri positivi espressi dall’Efsa e l’intervento della Corte di giustizia Ue. Bruxelles è quindi “consapevole” della “delicatezza” della questione e infatti, ricorda il commissario come già ha fatto davanti ai ministri dei 28 martedì, nel 2010 aveva depositato una proposta per dare a ogni singolo paese Ue la facoltà di scelta sulla coltivazione o meno degli ogm. Da qui il rinnovato appello di Borg a sbloccare il dossier, arenato al Consiglio nonostante il parere positivo dell’Europarlamento. In questo senso è positiva la decisione della presidenza greca dell’Ue di inserire la questione in agenda della prossima riunione dei ministri dell’ambiente europei il 3 marzo, con l’avvio dei lavori a livello tecnico già nei prossimi giorni.

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La Commissione europea aveva già espresso la sua posizione nettamente favorevole alla coltivazione, riportata dall’agenzia Ansa:

“È irremovibile la Commissione Ue: l’autorizzazione alla coltivazione del nuovo mais transgenico 1507 è legalmente inevitabile. E rinvia la patata bollente, soprattutto in vista delle prossime elezioni europee, agli Stati membri: spetta a loro superare le divisioni interne e sbloccare la proposta di Bruxelles del 2010 che dà a ogni paese la libertà di scelta sugli ogm.

In ogni caso, ha rassicurato Bruxelles, il nuovo mais geneticamente modificato non sarà coltivato prima del 2015, e molto probabilmente lo sarà solo in Spagna tra tutti i 28 paesi Ue. “La Commissione non ha altre opzioni, deve approvare il mais 1507, ma capiamo le preoccupazioni degli stati membri ed è per questo che abbiamo anticipato il problema e nel 2010 abbiamo proposto le nuove regole sull’autorizzazione alla coltivazione degli ogm”, ha sottolineato il portavoce del commissario all’agricoltura Dacian Ciolos. “Solo che sfortunatamente – ha aggiunto – resta bloccata dagli stati membri, ma per questo accogliamo con favore l’iniziativa della presidenza greca di tenere una discussione al prossimo Consiglio Ue Ambiente del 3 marzo, e speriamo di poter andare avanti”. Si tratta, questa, di una riapertura del dibattito sino a qualche mese fa considerata quasi impossibile. Ora, però, con la spada di Damocle che pende loro sulla testa del via libera al nuovo mais ‘Frankestein’, molti paesi Ue, Francia in testa, hanno messo in avanti l’enorme rischio ‘boomerang’ che questo costituirebbe in campagna elettorale, offrendo un ulteriore fianco ai partiti anti-europeisti e populisti.

La Commissione Ue lo sa bene e infatti non ha voluto fornire alcuna indicazione temporale sul suo ‘ok’ al Pioneer 1507, che probabilmente arriverà in estate dopo il voto europeo di fine maggio. Facendo così salire la pressione sui 28, che hanno interesse a presentarsi all’appuntamento elettorale con un messaggio chiaro sugli ogm. Per esempio, proprio con l’adozione di quella proposta dell’esecutivo Ue arenata dal 2010 per l’astensione di Francia, Gran Bretagna e Germania, che ha finora impedito di raggiungere la necessaria maggioranza qualificata per la sua adozione. Londra, durante il dibattito sul mais 1507, ha indicato un cambiamento di posizione, che può aprire la strada alla fine dell’ ‘impasse’. Intanto i verdi europei minacciano una mozione di sfiducia nei confronti dell’esecutivo comunitario per la sua “ostinazione” e il suo “disprezzo del processo democratico” a voler procedere all’autorizzazione del Pioneer 1507, dopo che una maggioranza mai così ampia – 19 paesi – si è espressa contro, così come l’Europarlamento. Ma Bruxelles frena. “Da un punto di vista pratico, a prescindere da quando verrà presa la decisione, è molto improbabile che gli agricoltori piantino il nuovo mais già quest’anno”, ha spiegato il portavoce di Ciolos, aggiungendo che, in ogni caso, un’eventuale coltivazione del nuovo mais ogm “molto verosimilmente avverrebbe solo in Spagna”, che già coltiva il simile mais Bt”.