New York come Napoli? La neve come la monnezza, strade bloccate, ore di attesa per una ambulanza

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 - 11:00| Aggiornato il 31 Dicembre 2010 OLTRE 6 MESI FA

Come in Italia il problema della “monnezza” non raccolta, ma non solo, scatena la furia dei cittadini, i newyorchesi sono furiosi per come sono andate le cose durante la terribile tempesta di neve che ha paralizzato New York per buona parte della settimana,  seppellendola  sotto un manto bianco di 60 centimetri.

Autobus, metropolitana, ambulanze, taxi, auto private sono rimasti bloccati per giorni e la gente se l’è presa con il Municipio e con il sindaco Michael Bloomberg accusandoli di non essere stati capaci di far fronte all’emergenza.

Lo stesso Bloomberg in una conferenza stampa ha dovuto ammettere che la rimozione della neve dalle strade è stata lenta e si è dichiarato ”estremamente insoddisfatto” della risposta data all’emergenza, ma da buon politico si è astenuto dall’attribuire colpe e responsabilità. Ci ha pensato invece Harry Nespoli, un esponente sindacale del dipartimento della Sanità a respingere le accuse. ”I nostri uomini hanno fatto il loro dovere”, ha tagliato corto.

Sta di fatto che il servizio di autobus è stato bloccato per giorni a causa della neve nelle strade, come è successo alle linee della metropolitana B e Q, mentre la linea N in certe zone di Brooklyn non ha funzionato.

Altrettanto drammatica la situazione degli aeroporti. Centinaia di passegeri sono rimasti a terra al Kennedy e le ambulanze hanno avuto grandi difficoltà ad arrivare a destinazione, perdendo tempo prezioso. I voli, scrive il Drudge Report, non torneranno ad essere regolari prima dell’inizio del nuovo anno.

Non sono mancati casi tragici, come quello della bimba nata all’interno di un vagone della metro bloccato dalla neve a Brooklyn e morta nelle braccia della madre nove ore dopo che era stata effettuata una chiamata di emerenza. La signora Annie O’Daly, 58 anni, quando si è fratturata una caviglia sapeva che avrebbe dovuto aspettare prima che arrivasse l’ambulanza. La sua attesa è durata 30 ore.

Se i newyorchesi se la sono presa un pò con tutti per le loro traumatiche esperienze provocate dallo snow blizzard, la tempesta di neve, c’è qualcuno che sfidando la loro rabbia se l’è invece presa con loro.

Lucius Riccio, docente gestionale alla School of International and Public Affairs della Columbia University, ha scritto sul quotidiano cittadino Daily News che appena gli abitanti della Grande Mela sono stati colpiti da uno dei più violenti blizzard della sua storia ”hanno subito cominciato a fare quello cui sono più abituati: lamentarsi”.

Secondo Riccio, rabbia e frustrazione contro City Hall sono state rivolte nella direzione sbagliata. ”Avendo lavorato come commissario alla Sanità e poi ai trasporti, io so che le autorità hanno fatto e stanno facendo tutto il possibile per alleviare i disagi nelle più difficili circostanze immainabili”.

Il fatto è, prosegue Riccio, ”che i newyorchesi negli ultimi 30 anni sono stati viziati. A cominciare con la gestione municipale di Ed Koch e del Commissario alla Sanità Norman Steisel, la risposta alle tempeste di neve è costantemente migliorata. Ma questa volta ci siamo aspettati troppo e troppo presto nel mezzo di una nevicata pressochè inaudita. I newyorchesi dovrebbero rendersene conto, smettere di lamentarsi e lasciare che City Hall faccia il suo lavoro”.