“Mare a rischio tifo ed epatite”. Ma i napoletani non rinunciano al bagno

Pubblicato il 20 Luglio 2011 - 15:30 OLTRE 6 MESI FA

Il lungomare a sud di Napoli (Foto LaPresse)

SAN GIOVANNI A TEDUCCIO (NAPOLI) – “Divieto di balneazione. Pericolo di morte”: il cartello a San Giovanni a Teduccio, quartiere di Napoli, è chiaro. La spiaggia è una discarica, ma soprattutto costeggia la centrale elettrica di Vigliena, con i l’alveo Pollena che vomita in acqua liquidi maleodoranti che, secondo quanto recita l’avviso a firma di Gennaro Nasti, assessore all’Ambiente della penultima giunta comunale di Rosa Russo Iervolino, ” sono all’origine di tifo, salmonella, epatite ed altre malattie infettive”.

“Il divieto di balneazione da Pietrarsa a Vigliena” , recita l’avviso, “ha lo scopo di prevenire e di impedire comportamenti che possono mettere in pericolo la salute delle persone, per la presenza di scarichi cloacali nelle acque marine e dei relativi rifiuti organici”.

Nonostante il cartello, scrive Fabrizio Geremicca sul Corriere della Sera, i napoletani fanno il bagno in quelle acque. Vicino alla spiaggia ci sarebbe il depuratore di San Giovanni, ma “dovrebbe essere dismesso da tempo”, scrive Geremicca, continua a funzionare solo “perché quello di via de Roberto, che dovrebbe sostituirlo in toto, a sua volta attende da anni gli indispensabili interventi di potenziamento”.

Nonostante il rischio epatite, nonostante i prelievi dell’Arpac abbiano rilevato che in queste acque gli enterococchi intestinali ed escherichia coli raggiungono il valore di 24196 unità fecali su 100 millimetri d’acqua, 200 volte superiori ai limiti massimi consentiti per la balneabilità, c’è chi il bagno se lo fa lo stesso.