Sciacallo dorato, dal Gange al Po, lungo e incredibile viaggio del cacciatore di topi che servirebbe nelle città

di Enrico Pirondini
Pubblicato il 7 Marzo 2021 - 12:18 OLTRE 6 MESI FA
  Sciacallo dorato, dal Gange al Po, lungo e incredibile viaggio del cacciatore di topi che servirebbe nelle città

  Sciacallo dorato, dal Gange al Po, lungo e incredibile viaggio del cacciatore di topi che servirebbe nelle città

Lo sciacallo dorato, una migrazione di migliaia di chilometri, dsll’India al Po in Italia. Partito dall’India, sceso nel Caucaso, è arrivato per conto suo in Italia. Veterinari, faunisti e zoologi sono impegnati con  fototrappole a studiarne i movimenti. Ora è in Emilia. Protetto dal WWF e Legambiente come “ fauna a rischio”. Come la lince, il grifone, il lupo (suo nemico giurato) e l’orso marsicano ormai al limite della sopravvivenza. Sorpresa in tempi di lockdown e zone rosse.

È arrivato sulle rive del Po  Emiliano-Lombardo lo sciacallo dorato, predatore nomade partito nientemeno che dal Gange, il grande fiume del subcontinente indiano che nasce nell’Himalaya.

Una sorta di lupo mai esistito nel nostro Paese. Segnalato in Friuli e certificato dall’Università di Udine (zoologo Luca Lapini), si è riprodotto in Istria che è stata colonizzata nell’80. Il primo esemplare è stato catturato a San Vito di Cadore, a un chilometro dalla discarica di Cortina, nel 1984.

La sua presenza da noi è storicamente rilevante perché lo sciacallo si è mosso in proprio.  Ha fatto tutto da solo. Come? Mistero. Le sue radici affondano nelle origini arabe, indiane o persiane. Poi la lunga migrazione. Ora è qui. Lo hanno avvistato animalisti e vecchi pescatori. Gli stessi che hanno messo su Facebook l’incredibile attraversata del Po di tre caprioli, filmati da Giuliano Landini, ex campione del mondo di motonautica, oggi capitano della motonave “Stradivari “, l’ammiraglia della flotta del Po.

Pochi sapevano che il capriolo – un ungulato che vive perlopiu’ sulle Alpi e sugli Appennini – sa anche nuotare. E bene, in sicurezza e velocità. Anche con spavalderia. La storica attraversata è avvenuta ai primi di marzo tra la riva emiliana (Guastalla) e quella lombarda (Pomponesco, Mantova). Un primato inatteso, sorprendente. Il video è virale. Lascia di sasso.

Uno spazzino mangia schifezze, monogamo fedele e sociale

Se ne dicono tante sullo sciacallo dorato (canis aureus). Si porta dietro un carico di leggende e mistero. Ora che è arrivato sugli spiaggioni del Po e nel suo verde sottobosco, ne sentiremo di tutti i colori. L’IUCN (sigla inglese che vuol dire “Unione mondiale per la conservazione della natura”; organizzazione non governativa con sede a Gland in Svizzera) ha avvisato. E spiegato. È uno spazzino, gran cacciatore di topi. Servirebbe in molte città, Roma in testa.

Si nutre anche di lepri e carcasse di animali morti. Gli esperti di Esplora Carso (faunisti responsabili del monitoraggio dello sciacallo dorato; sede a Udine, coordinano Marta Pieri e Yannick Fanin) aggiungono altri particolari. È un lupo medio, snello, coda piuttosto corta, passo leggero, mantello fulvio-rossiccio. Sta tra la volpe ed il coyote.

Il primo esemplare catturato nel nostro Paese con la tecnica della gabbia di legno, risale al 14 agosto 2019, nella riserva naturale regionale  dei laghi  Doberdò e Pietrarossa (Gorizia).
Catturato e subito liberato (col radiocollare) ma era già stato segnalato nel 1984 a Udine, nella provincia di Belluno, a San Donà di Piave (Venezia), nel Trentino Valsugana.  Sul Po c’erano state finora solo segnalazioni. “Ma quest’ultimo caso è da inventario, tutto da approfondire “dice il veterinario modenese Mauro Ferri.

Cinque a specie a rischio di estinzione

Cambia la fauna della Penisola. Gli zoologi temono l’estinzione soprattutto di cinque specie. Legambiente aggiunge delfini e squali perché la biodiversità sta diminuendo a causa della perdita di habitat, crisi climatica, eccessivo sfruttamento delle risorse, attività antropiche .

Tutti concordano sul quintetto in serio pericolo di estinzione. Eccolo: lince, lontra, grifone, lupo, orso marsicano. La lince è il carnivoro più raro d’Italia, di lontre se ne contano 900 esemplari, il grifone era scomparso ed ora si cerca di reintrodurlo. Il lupo è in una fase di forte aumento, specie in Friuli e Slovenia.

Piange invece  l’orso marsicano ormai al capolinea. Se ne contano appena cinquanta. Questo mammifero onnivoro della famiglia degli Ursiadi  (presente nel Parco nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise) sconta il problema del bracconaggio, casi di avvelenamento, collisioni con auto e treni. I suoi occhi piccoli color nocciola fanno tenerezza. La fauna italiana è ad una svolta epocale.