TARANTO – L'incendio che ha riguardato il tubificio Erw dell'Ilva di Taranto ha fatto registrare ieri, poco tempo dopo il rogo, valori medi di Ipa (Idrocarburi policiclici aromatici) ''sensibilmente piu' alti''. Il dato e' stato rilevato dalla stazione di monitoraggio del quartiere Tamburi di Taranto, vicina allo stabilimento siderurgico.
Lo sottolinea l'Arpa della Puglia nella relazione sull'incidente inviata al ministero dell'Ambiente, al prefetto di Taranto, alla Regione Puglia, al sindaco e al presidente della Provincia. A prendere fuoco e' stato un trasformatore elettrico a raffreddamento a olio minerale appena installato. Dalla combustione si e' sprigionata una nube nera alta una decina di metri. Nella relazione, l'Arpa fa inoltre presente che ''a causa dell'assenza di un sistema di raccolta e trattamento delle acque meteoriche, i liquidi di spegnimento'' sono confluiti nella griglia collegata al sistema fognario, ''come gia' accaduto in occasione di altri incidenti''. Secondo il direttore dell'Arpa, Giorgio Assennato, ''emerge ancora una volta la necessita' che l'azienda si doti di un impianto di trattamento delle acque meteoriche''.
Al termine delle operazioni di spegnimento e' stata rilevata ''la presenza di un bacino di contenimento al di sotto del trasformatore incendiato che, tuttavia, risultava completamente pieno di liquidi di spegnimento misti a schiuma e, verosimilmente, anche ad olio isolante rilasciato dal trasformatore. Tali liquidi – aggiunge l'Arpa – tracimavano dal bacino invadendo l'area nelle vicinanze del trasformatore''.