Taranto, diossina come discarica. Peggio di Terra dei Fuochi

di Redazione Blitz
Pubblicato il 2 Marzo 2016 - 19:17 OLTRE 6 MESI FA
Taranto, diossina come discarica. Peggio di Terra dei Fuochi

Taranto, diossina come discarica. Peggio di Terra dei Fuochi (foto Ansa)

TARANTO – A Taranto c’è una quantità di diossina paragonabile a quella di una discarica. E se il rischio legato alla sua dispersione nell’aria e quindi all’inalazione si è ridotto, ora si affaccia quello legato alla sua possibile ingestione, direttamente da parte di bambini o indirettamente attraverso la catena alimentare, tramite le particelle di polveri che servono proprio a ridurre la dispersione di diossina nell’aria. Ne ha parlato a Bari, in videoconferenza con Brindisi, Lecce e Taranto, il professor Giorgio Assennato, direttore uscente dell’Agenzia regionale per l’ambiente (Arpa) in Puglia. Assennato ha sottolineato che “le polveri hanno caratteristiche granulometriche tali da non poter entrane nell’alveo respiratorio, ma sono molto pericolose se ingerite”. Il professore ha fatto riferimento ai valori rilevati dall’Ilva nelle centraline di monitoraggio. Valori che, ha sottolineato Assennato, “ci sono stati comunicati con mesi di ritardo”.

Dagli approfondimenti è emerso che a novembre 2014 e a febbraio 2015, nei deposimetri delle centraline sono state trovate polveri con valori “molto alti di diossina”. “I più alti – ha evidenziato Assennato – proprio nel quartiere Tamburi”, a ridosso del siderurgico. Per spiegare quanto alto sia il valore ritrovato qui, Assennato ha detto che “l’unico valore un po’ più alto che io abbia mai visto era al centro della discarica di Giugliano che è la peggiore della Terra dei fuochi“. Le polveri in questione, ha sottolineato il direttore dell’Arpa, sono quelle che “trattengono le diossine che così non escono più dai fumi dei camini. Dovrebbero essere sigillate in sacchetti e smaltite” fuori regione senza “più impattare nell’area residenziale circostante: come mai – si è domandato – si trovano al Tamburi?”.

“Faremo le analisi sui deposimetri delle due nostre stazioni al Tamburi per vedere se si riscontrano analoghi valori; faremo analisi del suolo, accertamenti vento-selettivi e forse rimoduleremo il progetto ionico-salentino”, che monitora il rischio sanitario legando la tossicità dell’inquinante alla sua sorgente. Lo ha detto oggi a Bari in una conferenza stampa il direttore generale di Arpa Puglia, Giorgio Assennato, riferendosi alla presenza di livelli preoccupanti di diossina riscontrati a Taranto nelle zone limitrofe allo stabilimento siderurgico. Assennato ha detto di credere “che il processo industriale non sia coinvolto in questo problema. Mentre potrebbero essere coinvolti altri aspetti come lo smaltimento di queste polveri”. Il direttore dell’Arpa non ha puntato il dito contro Ilva ma ammesso che “conosciamo solo una matrice ambientale in grado di produrre questi impatti in un territorio così vicino: è come se trovassimo un cadavere con un buco enorme in fronte, e conoscessimo solo una persona che possiede un fucile in grado di sparare quel colpo”.