Tempesta di sale dal Mare d’Aral avvelena l’Asia centrale

di Redazione Blitz
Pubblicato il 1 Giugno 2018 - 09:54 OLTRE 6 MESI FA
Mare d'Aral, tempesta di sale avvelena l'Asia Centrale

Tempesta di sale dal Mare d’Aral avvelena l’Asia centrale

ROMA – Una tempesta di sale partita dal Mare d’Aral, il lago salato che si trova tra Uzjbekistan e Kazakistan, ha avvelenato l’Asia centrale. [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Un forte vento che dal 26 maggio ha soffiato sul lago per ben 3 giorni ha riempito l’aria della polvere bianca salata, che ha poi ricoperto campi coltivati di Uzbekistan e Turkmenistan. Danni anche alla circolazione aerea, con l’aeroporto di Urgench che è stato costretto a cancellare numerosi voli. La tempesta minaccia anche la salute degli abitanti, che hanno subito problemi respiratori per via del sale.

Giuseppe Agliastro su La Stampa scrive che il Mare d’Aral si estendeva per 67mila chilometri quadrati ed era uno dei quattro laghi più grandi del pianeta, ma quando negli anni Sessanta la Urss aumentò la produzione di cotone il lago andò prosciugato:

“Ma questi campi di cotone in mezzo alla steppa avevano bisogno di molta acqua e per irrigarli furono costruiti nuovi canali, sottraendo acqua al Syr-Darya e all’Amu-Darya, i due fiumi che alimentano il Mare d’Aral. Il tragico risultato fu che il lago si ritirò per decine e decine di chilometri dando vita di fatto a un nuovo deserto che gli abitanti locali chiamano Akkum, cioè Sabbie Bianche. Il bianco è quello del sale misto ai residui dei pesticidi che hanno inquinato il Mare d’Aral. Il vento lo solleva per chilometri provocando problemi respiratori e tumori alla gola e all’esofago. Questa volta però l’area colpita è particolarmente vasta.

“La natura sta iniziando a vendicarsi per il Mare d’Aral”, è stato il commento di un ottantenne della regione uzbeka del Karakalpakstan. “Avevo visto il vento carico di sabbia, ma è la prima volta che lo vedo carico di sale”, ha spiegato l’anziano a una testata locale. Il prosciugamento del Mare d’Aral ha causato profondi mutamenti climatici e gravi problemi di salute agli abitanti della zona. Adesso gli inverni sono più rigidi e le estati più torride, con temperature che sfiorano i 50 gradi. Nelle aree desertiche vicino alla cittadina di Aralsk, in Kazakistan, si possono ancora vedere i pescherecci abbandonati dove una volta c’erano le acque del lago. E i cammelli si riparano dal sole rovente sotto le carcasse delle imbarcazioni. Come se ciò non bastasse, la situazione ambientale è stata aggravata nei decenni passati dalle forze armate sovietiche, che su una delle isole del lago, l’isola della Rinascita, avevano un poligono militare per testare le loro armi biologiche, compresi i batteri dell’antrace e della peste”.

(Video da YouTube)