Molise: a Termoli è emergenza acqua potabile, in 50 mila “a secco” da una settimana

Pubblicato il 30 Dicembre 2010 - 20:38 OLTRE 6 MESI FA

Da una settimana più di 50mila molisani, residenti in sette comuni a ridosso della costa, inclusa la città di Termoli, non hanno acqua potabile. I sindaci hanno dovuto emanare delle apposite ordinanze in seguito alla presenza eccessiva di un disinfettante nell’acqua proveniente dalla diga del Liscione. L’emergenza ha creato non pochi disagi e proprio in concomitanza con le festività natalizie la Protezione Civile è dovuta intervenire nei comuni interessati con autobotti.

A Termoli inoltre il sindaco ha dovuto disporre una apertura straordinaria dei negozi per il giorno di Santo Stefano in modo tale da consentire ai residenti di rifornirsi di acqua da bere nei supermercati. I cittadini sono ora sul piede di guerra e attraverso le associazioni dei consumatori stanno dando vita ad una ”class action” per chiedere un risarcimento collettivo dei danni. Tutto è cominciato il 22 dicembre quando l’Arpa, l’agenzia per l’ambiente, ha rilevato che il livello dei trialometani, sottoprodotti della disinfezione dell’acqua, nell’invaso della diga era superiore ai limiti consentiti dalla legge. Sono quindi stati chiusi i serbatoi di otto comuni e si è proceduto alla pulizia delle vasche e di tutti i filtri, delle pompe e delle condotte.

Tutto questo però non è bastato e ad oggi l’acqua non è ancora tornata potabile. Molise Acque, l’ente che gestisce le risorse idriche regionali, finito sotto accusa, si difende. ”Dall’esame attento della vicenda – ha spiegato il presidente, Stefano Sabatini – credo sia possibile escludere qualsiasi errore umano. Molise Acque non ha mai modificato il sistema di potabilizzazione dell’acqua del Liscione. Quello che e’ accaduto, un evento comunque grandemente sovradimensionato rispetto alle sue possibili conseguenze, e’ frutto solo di cause naturali. Nel periodo che va dal 12 novembre al 9 dicembre scorso, infatti, il livello dell’acqua nella diga e’ cresciuto in modo esponenziale di ben 10 metri. Tale anomalia è da ricondursi al tasso eccezionale di precipitazioni. Se a questo aggiungiamo l’ondata di freddo e l’abbassamento repentino delle temperature nell’intero Basso Molise otteniamo un’anomala immissione di materiale organico nell’invaso stesso. E ciò in definitiva – ha concluso Sabatini – ha condotto alla presenza di trialometani per un microgrammo al di sopra del severo tasso soglia stabilito dal legislatore nazionale”.