Trasporti, pendolari a rischio: nel 2011 tagliata la metà dei treni

Pubblicato il 14 Dicembre 2010 - 19:22| Aggiornato il 9 Dicembre 2011 OLTRE 6 MESI FA

Treni a rischio per il 2011: con il nuovo anno il trasporto su ferro, che riguarda ogni giorno 2,7 milioni di pendolari, dovrà fare i conti con ”un taglio di risorse” vicino al 50% e ”la soppressione” di alcune linee. E al momento aumentano ”disagi e prezzi”, a fronte della ”mancanza di investimenti da parte di Governo e regioni”, anche se Campania e Trentino Alto-Adige ottengono buoni risultati.

Questa la fotografia scattata dal nuovo dossier di Legambiente ‘Pendolaria 2010’ sulla situazione del trasporto ferroviario regionale e metropolitano in Italia. I pendolari – afferma il rapporto – sono aumentati dell’11,5% in tre anni anche se ”dal 2002 il Governo investe oltre il 70% delle risorse in strade e autostrade e solo il 13,7% in linee ferroviarie nazionali e regionali”.

Secondo Legambiente ”l’allarme” riguarda soprattutto il 2011 per il quale si prevede ”una vera e propria emergenza” con il ”rischio soppressione” per treni e tratte, ”nonostante la crescita della domanda”. Si parla di ”154 treni a lunga percorrenza (su 600), mentre per il servizio ferroviario pendolare mancano 800 milioni di euro rispetto al 2010 (meno 45%)”.

Ma, anche le regioni sono ”avarissime”: nel 2010 ”zero euro” da Umbria e Sicilia, ”una miseria” dal Veneto, pari ”allo 0,04% del bilancio”, poco anche da Liguria e Piemonte (0,12% del bilancio regionale). Si difendono solo il Trentino Alto-Adige (investimenti intorno all’1% del bilancio per la provincia autonoma di Bolzano) e la Campania (con investimenti pari allo 0,64% del bilancio, e 77 milioni per nuovi treni) per gli investimenti: in 10 anni, per esempio, i viaggiatori al giorno sui treni sono cresciuti del 57% in Campania (punte del 75% nell’area metropolitana di Napoli).

Buoni risultati anche per la Puglia (investimenti per 60 milioni, spesa pari allo 0,61% del bilancio) e la Toscana (0,56% del bilancio), dove ”nuovi treni a doppio piano, recupero di stazioni, e memorario (orario coordinato con altri mezzi pubblici)” hanno permesso ”una crescita degli abbonati del 18% in tre anni arrivando a 57.000 nel 2010”.

Per l’associazione è ”urgente un cambio di rotta e investimenti capaci di migliorare il servizio a beneficio della qualità della vita di tutti i cittadini”. E, a detta del presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ”questo Governo ha fatto scelte sbagliate”. Analizzando le risorse da reperire, la strada continua a vincere: ”Manca il 61% dei fondi per le ferrovie a fronte del 30% di quelli che mancano per le strade”.

Infine, osserva Legambiente, per il trasporto pendolare bisogna puntare ”a 5 milioni di cittadini trasportati nel 2020”, e ”adeguare il servizio agli standard di qualsiasi città europea”.