Valanghe killer su montagne italiane, 8 morti e un ferito grave

Pubblicato il 8 Febbraio 2010 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA

Otto morti, una decina di feriti di cui almeno uno in gravissime condizioni, centinaia di soccorritori impegnati nelle ricerche sotto la neve. Dal Piemonte al Veneto, per la montagna italiana questo è stato il week-end più nero dell’anno. Complice anche l’imprudenza di sciatori ed escursionisti che ancora una volta non hanno rispettato le indicazioni provenienti dai bollettini meteo.

L’ultima vittima, in ordine cronologico, è Rita Broggi, 49 anni, di Villa Guardia (Como). L’escursionista è stata travolta da una slavina domenica sul Monte Grona, a Plesio, nel Comasco, mentre era in escursione insieme al marito Pietro Molteni, 55 anni. I due erano stati trascinati a valle per 300 metri. L’uomo era riuscito a riemergere e a chiamare i soccorsi, mentre la moglie era rimasta sotto due metri di neve per un’ora e mezza. Soccorsa in elicottero, era stata trasportata agli Ospedali Riuniti di Bergamo, con una grave ipotermia. Le sue condizioni erano però troppo gravi e la donna è morta nella tarda serata di domenica. T

Anche il corpo senza vita di Mirko Cesco, 63 anni, di San Pietro di Cadore (Belluno), lo scialpinista scomparso domenica durante un’escursione in Val Visdende è stato ritrovato. Le squadre del Soccorso alpino della Val Comelico avevano iniziato le ricerche nel pomeriggio, quando la moglie, non vedendolo tornare a casa, ne aveva segnalato la sparizione. I soccorritori hanno ripreso lunedì mattina le ricerche verso forcella Dignas, luogo in cui l’uomo era diretto, incontrando diverse valanghe lungo la strada militare che la raggiunge. Una squadra ha poi rinvenuto sotto la neve.

Altre due vittime sono state trovate tra sabato e domenica sul Monte Baldo nel veronese. Si tratta di due ragazzi di 20 e 17 anni travolti da una valanga, con un fronte di 30-40 metri e una lunghezza di 250 che, mentre erano impegnati in un fuoripista. A dare l’allarme nel pomeriggio di domenica è stato un terzo ragazzo, anche lui di 17 anni, rimasto ferito. Sempre in Veneto è morto Riccardo Quaroni, 50 anni appassionato di scialpinismo, travolto domenica da una valanga con un fronte di 80 metri a Cimon di Palantina in Alpago nel bellunese: il suo corpo è stato ritrovato grazie a uno sci, rimasto semisepolto nella neve in un canalone di una zona molto frequentata dagli appassionati. Quaroni era insieme a due amici, friulani come lui, Renzo P. e Sergio P. A dare l’allarme è stato quest’ultimo, mentre Sergio P. si è salvato per miracolo: i soccorritori lo hanno trovato con l’utilizzo di sondini perché non aveva con se l’Arva (lo strumento che consente la localizzazione sotto la neve). Rimasto sepolto per due ore e mezza sotto 80 centimetri di neve, deve la vita ad una bolla d’aria che si è formata attorno a lui ed ora è ricoverato in condizioni critiche all’ospedale di Treviso.

Due vittime anche in Piemonte e anche in questo caso dovute all’imprudenza. Gottardo Piana e Anna Maria Passello, di 56 e 62 anni, sono stati travolti da un lastrone di ghiaccio staccatosi a Salecchio, in Val d’Ossola, che si è abbattuto sul sentiero che i due stavano percorrendo: il soccorso alpino, proprio per la presenza di ghiaccio a strapiombo, aveva sconsigliato il passaggio in quel tratto di strada.

Ed è morto anche Antonio Mariani, il titolare del rifugio Buzzoni, in localita Piani di Bobbio in Valsassina (Lecco), scomparso sabato pomeriggio e travolto da una slavina. In condizioni disperate anche uno scialpinista di 45 anni recuperato dai soccorritori dopo oltre due ore di ricerche in Val Serina, in provincia di Bergamo, dopo esser stato travolto da una slavina sul monte Grem. La valanga lo ha trascinato per oltre 400 metri di dislivello e quando è stato estratto dalla neve la sua temperatura corporea era attorno ai 15 gradi.