Veneto. Tanti boati al Fadalto, la Protezione Civile: “Forte rischio terremoto, bisogna prepararsi”

Pubblicato il 25 Febbraio 2011 - 11:47 OLTRE 6 MESI FA

TREVISO – Ben 115 microscosse in una sola settimana. Da oltre un mese i boati del Fadalto, al confine tra Treviso e Belluno, sono diventati più insistenti e forti, tanto da non far dormire gli abitanti della Val Lapisina. “Non posso dire agli abitanti di stare tranquilli. Posso solo dir loro: preparatevi”, ha detto il prefetto Franco Gabrielli, l’uomo che ha sostituito Guido Bertolaso alla guida della Protezione civile. Le ferite della grande alluvione ancora non si sono rimarginate e adesso questi boati scuotono quel lembo di terra in cui da mesi si agitano gli spettri misteriosi di un terremoto che striscia nella roccia.

“Preferirei che queste scosse non venissero chiamate così, boati – ha detto Gabrielli – perché il fenomeno non va sottovalutato neppure nei termini, che magari strizzano l’occhio al folklore anziché alla scienza”. Insomma, la faccenda è seria, ben più di quello che lascerebbero intendere alcuni studiosi chinati con l’orecchio sul Fadalto: “Li invito ad essere più cauti nelle loro sentenze – ha intimato Gabrielli – perché la materia è molto complicata, non abbiamo indicatori univoci e la comunità scientifica non ha ancora chiaro cosa stia esattamente succedendo. Quel che si sa per certo, al momento, è che in un Paese altamente sismico come l’Italia, la Val Lapisina è classificata come zona di rischio di livello 2. La stessa dell’Aquila, per intenderci”.

I sistemi di controllo sono stati potenziati, il dipartimento della protezione civile del Veneto è in stato di allerta e la Regione avvierà nei prossimi giorni una serie di controlli per verificare la vulnerabilità degli edifici sensibili. “La protezione civile però siamo noi – ha avvertito Gabrielli – parte dal basso e spesso è fatta di piccoli gesti, di elementari norme precauzionali”.

Di qui l’invito a “verificare se la propria abitazione possa o meno resistere adeguatamente ad un evento sismico” ma anche ad “acquistare i kit d’emergenza dotati di torcia elettrica, a disporre sempre di una scorta d’acqua in casa, a mantenere carico il telefono cellulare”. Piccoli accorgimenti, che possono salvare una vita. A preoccupare la Regione, però, non sono soltanto i diradati centri abitanti arrampicati sui pendii: la Val Lapisina è infatti attraversata dal viadotto dell’autostrada A27 che porta a Longarone. Fu costruito negli anni Ottanta, dunque dopo la classificazione della valle come zona sismica, che risale al 1981. In caso di terremoto, però, sarebbe in a resistere alla tentazione di levare la testa al cielo, verso il mastodonte di cemento armato che fende la valle dei boati.

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