Vulcano islandese: stop ai voli in Irlanda e nel nord della Gran Bretagna

Pubblicato il 16 Maggio 2010 - 18:55 OLTRE 6 MESI FA

Non sono ancora finiti i disagi al traffico aereo in Nord Europa a causa della nube di ceneri vulcaniche proveniente dall’Islanda.

L’Irlanda ha deciso la chiusura di alcuni aeroporti, mentre la Gran Bretagna ha chiuso lo spazio aereo del Nord dalle 14 fino all’una (ora italiana) di questa notte.

Gli aeroporti di Londra sono rimasti aperti, mentre dalle 20 di oggi alle 10 di domani (ora italiana) rimarrà chiuso lo scalo di Dublino.

Secondo quanto ha reso noto il Nats, l’ente britannico per il controllo del traffico aereo, ad essere colpiti dal blocco sono gli aeroporti di Manchester, Liverpool, Duncaster, Humberside, Carlisle e East Midlands, tutti nel nord dell’Inghilterra, lo scalo scozzese di Prestwick, nei pressi di Glasgow, gli aeroporti in Irlanda del Nord, quello di Dublino e quello dell’Isola di Man.

Nel tardo pomeriggio il divieto di volo è stato esteso anche agli scali di Birmingham and Norwich, segno che la nube si sta lentamente spostando verso Sud.

“Purtroppo, ancora una volta, una combinazione di attività vulcanica e di condizioni meteo ha portato la nube di cenere verso il Regno Unito”, ha detto Jonathan Astill, portavoce di Nats.

Secondo le ultime previsioni, la nube potrebbe raggiungere Londra entro martedì, ma entro mercoledì, grazie all’arrivo di una corrente di alta pressione dall’Atlantico, la situazione dovrebbe migliorare.

Il neo-ministro dei Trasporti Philip Hammond ha definito la situazione “fluida” e ha ribadito che la sicurezza dei passeggeri resta prioritaria.

La no-flight zone imposta in Gran Bretagna ha causato la cancellazione dei voli della compagnia di bandiera olandese Klm dall’aeroporto Schipol di Amsterdam verso Liverpool, Manchester, Humberside e Leeds Bradford.

L’autorità per l’aviazione civile britannica è stata criticata per la chiusura degli scali da Richard Branson, fondatore e proprietario della compagnia aerea Virgin. “I test di volo effettuati – ha detto Branson – non hanno rivelato nessuna buona ragione per cui le compagnie non dovrebbero continuare a volare in sicurezza”.

Branson ha anche rivolto un appello al governo britannico affinché intervenga “al fine di evitare ulteriori danni all’economia della Gran Bretagna e ai viaggiatori”.