Aids: essere troppo magri aumenta il rischio di infezioni secondarie

Pubblicato il 24 Settembre 2010 - 18:58 OLTRE 6 MESI FA

Essere troppo magri può aumentare il rischio di infezioni secondarie nelle persone colpite dal virus Hiv. Lo ha detto la ricercatrice argentina Marcela Stambullian, dell’università di Buenos Aires, nel congresso mondiale sulla nutrizione e salute pubblica in corso in Portogallo, a Porto.

Per Stambullian non bisogna sottovalutare gli aspetti nutrizionali nei casi di infezione da Hiv e per questo è  importante considerare l’indice massa corporea (Bmi), pari al peso in chili diviso per il quadrato dell’altezza in metri.

”Un basso Bmi, ossia con un valore inferiore a 20, può essere un fattore di rischio di infezioni secondarie e di mortalita”’ ha detto l’esperta. ”Anche obesità e sovrappeso sono associati alle immunodepressioni, ma – ha rilevato – ci sono alcuni studi secondo i quali il grasso può essere un difensore del sistema immunitario”.

Dibattito aperto poi sull’utilizzo dei micronutrienti sui pazienti affetti da Hiv. L’Organizzazione mondiale della sanita’ (Oms) chiede ”cautela” nell’utilizzo di cibo integrato da proteine, vitamine e minerali e consiglia una dieta simile a quella della popolazione non affetta da Aids. Tuttavia ci sono pareri scientifici favorevoli all’utilizzo di probiotici e micronutrienti al selenio nei casi di aumento delle cellule immunitarie Cd4. Quel che è certo, conclude Stambullian, è che ”una corretta educazione alimentare e una precoce analisi nutrizionale sia la chiave di prevenzioni delle complicazioni nutrizionali nella cura dell’Hiv”.