Alemanno vuole il latte. Per rivenderlo. Ma a chi?

Pubblicato il 7 Luglio 2010 - 11:04 OLTRE 6 MESI FA

Gianni Alemanno

Il latte romano ai romani, almeno nelle intenzioni del sindaco Gianni Alemanno. Il primo cittadino della capitale  ha infatti confermato che il comune di Roma ha avanzato una richiesta davanti alla Quinta sezione del Consiglio di Stato perche’ venga ordinata a Parmalat la riconsegna del pacchetto di controllo della Centrale del latte di Roma al comune stesso. Che, però, non ha nessuna intenzione di tenersi la centrale. Se i giudici, come appare probabile, daranno ragione alla richiesta del sindaco, infatti, Alemanno opterà per una nuova privatizzazione. Fatta bene?

Per come la racconta il sindaco, la situazione è chiara e semplice:  ”Se il Consiglio di Stato prenderà questa decisione verrà cancellata una privatizzazione fatta male. Bisognera’ poi fare una nuova privatizzazione in cui siano protagonisti gli allevatori dell’Agro romano, non le multinazionali ma chi realmente produce latte nel nostro territorio. La Centrale del latte puo’ diventare un grande laboratorio del ‘Km zero’, un forte collegamento tra produzione e consumo e qualificare il consumo del latte e non solo su tutto il territorio di Roma”.

Tutto facile, quindi: si riprende il latte finito in mano al gruppo Cirio e lo si restituisce agli imprenditori romani. Ma è davvero così? Che i produttori del latte laziali siano oggi in grado di acquistare la Centrale romana, in un periodo di crisi come questo, con il prezzo per i produttori al minimo, sembra una prospettiva decisamente poco probabile. A questo vanno aggiunte le le crisi ambientali. Un esempio è quello della della Valle del Sacco, in Ciociaria, dove i veleni provenienti dal polo chimico di Colleferro, hanno contaminato migliaia di ettari.

Contro i manager della Centrale del latte, non a caso, è in corso un processo che li vede accusati di aver acquistato  latte dalla Valle del Sacco  ignorando  le analisi allarmanti. Di certo in Ciociaria gli allevatori sono alla corda e non si capisce da dove possano prendere i soldi per comprarsi la centrale del latte. Evidente, quindi, che Alemanno abbia in mente altri compratori. Ma chi? Non le multinazionali, di queste Alemanno non vuol sentir parlare.  In attesa di sapere chi siano gli aspiranti allevatori sostenuti dal sindaco  la spinta ‘privatizzatrice’ prosegue.