I 10 anni di Articolo 21: “Né sotto dittatura né sotto dettatura”

Pubblicato il 3 Marzo 2012 - 14:03 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Articolo 21 compie 10 anni. “Né sotto dittatura né sotto dettatura”: questo è il titolo che l’associazione, riprendendo una frase di Oscar Luigi Scalfaro, ha deciso di dare all’assemblea nazionale di venerdì 2 e sabato 3 marzo  alla sala metodista di via Firenze, 38 a Roma.

Articolo 21 ha approfittato dell’occasione per presentare la nuova veste grafica del sito, mentre nel suo intervento Giuseppe Giulietti ha parlato della libertà dei media e ha chiesto a Mario Monti di portare tale dibattito in Europa.

Giuseppe Giulietti, portavoce di Articolo 21, ha aperto i lavori con la sua relazione: “Ipotesi di governo di unità nazionale? Assolutamente no. Non parteciperemo in alcun modo ad una cosa del genere e sarebbe impossibile pensare ad una forma di collaborazione con il partito del conflitto di interesse…”.

Giulietti ha detto ancora: “E’ ipotizzabile pensare di promuovere un’assemblea europea che si occupi per la prima volta di libertà di espressione, in senso lato, e che coinvolga anche il mondo del cinema, dello spettacolo, la libertà della rete. A questo proposito sarebbe auspicabile che l’associazione si facesse promotrice di una decisa azione da portare poi in Europa contro i pericoli, vedi ACTA, che incombono sulla libertà della rete”.

“Scriveremo una lettera aperta a Monti attraverso la quale chiederemo che ci porti in Europa favorendo la vera libertà dei media, abbattendo finalmente il conflitto di interesse”, ha detto Giulietti. Altra campagna esposta all’assemblea l’accoglimento della campagna di raccolta firme per la legge di iniziativa popolare europea per una direttiva antitrust.

Nomina dell’Authority di garanzia per le comunicazioni, asta delle frequenze, governance Rai su cui “ci sono già delle proposte di legge in campo per noi molto valide, -ha ricordato Giulietti – come De Zulueta e Zaccaria”.

Anche Arturo Di Corinto ha esposto i motivi per cui la libertà della rete è ormai irrinunciabile e anzi va difesa e tutelata, nella misura in cui rappresenta un modo diverso e plurale di fare informazione. “Le leggi che vengono proposte di volta in volta – sottolinea Di Corinto -, sono nella maggior parte fotocopie di quanto proposto negli USA”.

“Libertà di informazione attraverso la rete non significa abolire diritto d’autore”, ha sottolineato ancora Guido Scorza. “Ci si scaglia tanto contro la rete ma si dimentica- ha detto Guido Scorza subito dopo- che la Rai per prima non sta pagando il diritto d’autore”. Innanzitutto, sottolinea Scorza bisogna distinguere tra diritto d’autore e diritto di editore.

“Perché troppe volte è vera la seconda”.

Il premio Giuntella per la libertà di informazione è andato a Graziella Marota, madre di Andrea Gagliardoni, con la motivazione: “Un riconoscimento ad una madre che chiede giustizia per il figlio che non c’è più. Ad una donna che con la sua tenacia quotidiana mette con le spalle al muro chiunque pensi ancora che si possa parlare di “morti bianche”. Graziella Marota che dal 20 giugno 2006 (giorno nel quale è morto il figlio Andrea di soli 23 anni) denuncia e infrange il muro del silenzio dietro al quale vengono sepolti gli incidenti sul lavoro. Morire lavorando: una grande ingiustizia paragonabile a quella di sapere che i colpevoli rimangono impuniti”.

“La mia partecipazione all’assemblea è doverosa. Un grazie ad Articolo 21 da parte di Andrea e di tutti quei lavoratori che ogni giorno perdono la vita per la mancanza di sicurezza nei luoghi di lavoro, per l’impegno costante e quotidiano nel trattare questo argomento molto “scomodo” e di poco interesse. Infatti dopo la morte,in genere,quasi per tutti, questi eroi diventano un numero insignificante su una lista infinita e che nessuno porta agli onori della cronaca, diventano un trafiletto in terza pagina che nessuno si curerà di capire o di spiegare. Grazie dal profondo del cuore”, ha scritto Marota che è anche tra  le firmatarie dell’appello al presidente Monti per l’abrogazione della norma che cancella i controlli per la sicurezza sul lavoro, nello specifico l’art. 14 del decreto semplificazioni (DL 5/2012), quella che cancella di fatto i controlli sulla sicurezza, da oggi pubblicato sul sito www.articolo21.org.

Anche Silvano Lancini, imprenditore di Agro, si è aggiudicato il premio Giuntella “per aver garantito i pasti ai bambini della scuola di Adro e per aver deciso di metterci la faccia. Per il loro costante impegno civile nel promuove iniziative di sostegno a chi, anche dopo che si sono spenti i riflettori dell’informazione, continua ad avere bisogno. Per aver spezzato il muro di omertà e di paura consapevoli che questo, a tutti loro, sarebbe costato in termini di diffamazione e minacce. Un premio per chi ha portato scandalo scrivendo e pubblicando una lettera intitolata “Dignità” che in un passaggio diceva: “Voglio urlare che non ci sto. Ma per non urlare e basta ho deciso di fare un gesto che vorrà dire poco, ma vuole tentare di svegliare la coscienza dei miei compaesani…ho deciso di rilevare il debito dei genitori che non pagano”.

L’assemblea ha visto anche l’assegnazione del Premio speciale alla carriera ad Albino Longhi, “tre volte direttore del Tg1, vice direttore generale della Rai. Un giornalista che vuole bene all’azienda di servizio pubblico. Ma il premio ad Albino Longhi non è solo al curriculum professionale ma alle sue doti umane e alla sua autonomia. Dopo il lancio dei missili libici su Lampedusa, Enzo Biagi intervistò Gheddafi per Linea Diretta. Biagio Agnes, direttore generale, su quell’intervista pose il veto. Con autonomia editoriale Albino la mandò in onda comunque. Come direttore ha fatto gioco di squadra, utilizzando e motivando tutti, dal giornalista precario all’inviato di punta. Nella sua prima direzione al Tg1 pose la cronaca come elemento centrale del Tg, riducendo le pagine politiche. Suo capocronista era Roberto Morrione. Oggi il suo impegno a sostegno del giornalismo di inchiesta prosegue, da presidente del Premio giornalistico dedicato proprio al suo capo cronista”.