Cardiomiopatia, un gene può proteggere il cuore

Pubblicato il 23 Gennaio 2012 - 18:20 OLTRE 6 MESI FA

SAN FRANCISCO – Un gene che può accendere la chiave alla salute del cuore: è la scoperta fatta dal Gladstone Institute di San Francisco e riportata dal sito della Bbc.

L’impossibilità di spegnere uno specifico gene al momento giusto durante lo sviluppo di un embrione potrebbe significare un disturbo cardiaco durante la vita.

I topi a cui il gene era stato lasciato attivo sono nati apparentemente in salute, ma, con il passare del tempo, hanno sofferto di problemi al muscolo cardiaco.

I  nuovi studi di genetica vanno verso l’importanza non solo dei geni che si hanno, ma del loro livello di funzionamento. Anche perché sempre più studi suggeriscono che, anche se si ha lo stesso bagaglio genetico, altri fattori possono influenzare la salute: si tratta di fattori ambientali, come l’alimentazione o addirittura la salute della propria madre durante la gravidanza.

I ricercatori di San Francisco si sono concentrati su due geni, il Six1 e il Ezh2, e il loro ruolo nella cardiomiopatia, un indebolimento del muscolo cardiaco.

Il Six1 svolge un ruolo importante nello sviluppo del cuore degli embrioni, mentre il Ezh2 sembrerebbe avere il compito di disattivare tutti i geni, incluso il Six1, quando non sono più necessari.

I ricercatori hanno testato la precisa relazione tra i due geni inibendo l’attività di Ezh2 negli embrioni e nei feti durante la gravidanza, permettendo così a Six1 di continuare a lavorare per più tempo del solito.

I topi nascevano apparentemente sani e in salute, ma con il tempo iniziavano a sviluppare i segni della cardiomiopatia.

I risultati rivelano quindi che, durante una gravidanza sana, Six1 dovrebbe essere solitamente lasciato attivo per breve tempo durante lo sviluppo del cuore, e poi spento.

Quando Six1 rimane inattivo troppo tempo, in assenza di Ezh2, aumenta l’attività di altri geni nelle cellule del muscolo cardiaco, come i geni che formano i muscoli scheletrici.