In crescita in Europa le malattie sessuali: le ragazze più a rischio

Pubblicato il 17 Giugno 2011 - 20:20 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In Europa le malattie sessuali sono in aumento a causa dell’imprudenza dei ragazzi, ancora poco attenti ai rapporti protetti.

A lanciare l’allarme è l’European center for diseases control (Ecdc), che raccoglie i dati degli ultimi 10 anni sulle malattie a trasmissione sessuale, il cui numero sembrerebbe in continua crescita specialmente in Gran Bretagna.

I numeri forniti dall’agenzia europea parlano di più di 344mila casi di clamidia notificati nel continente nel 2009, con un aumento costante negli ultimi 10 anni che ha portato a un raddoppio dell’incidenza da 143 ogni 100mila abitanti a 332. L’88 per cento dei casi si concentra in quattro paesi, Svezia, Norvegia, Gran Bretagna e Danimarca. Le donne sono più esposte degli uomini (60 per cento dei casi): la fascia d’età più colpita è quella dei giovani tra 15 e 24 anni (75 per cento dei casi).

Per quanto riguarda le altre tre infezioni monitorate – sifilide, gonorrea e linfogranuloma venereo – il rapporto segnala un aumento più contenuto per la sifilide e lievi diminuzioni per le altre. “In realtà i numeri sono sicuramente più alti per tutte queste patologie – spiega il direttore dell’Ecdc, Marc Sprenger – perché non tutti i casi sono riportati correttamente dalle autorità”.

Il problema, pur con numeri meno consistenti, è presente anche in Italia, dove si valuta che le infezioni sessualmente trasmesse possano essere più di mezzo milione l’anno. A ottobre l’Associazione microbiologi clinici aveva segnalato il rischio 2che nei prossimi anni il numero delle malattie sessuali possa crescere in maniera esponenziale. Nel nostro paese, comunque, le più diffuse sono i condilomi (33,0 per cento), mentre si registra un calo di gonorrea e sifilide. “Anche in Italia, come in Europa, è la clamidia l’infezione sessualmente trasmissibile più diffusa, fra quelle batteriche – spiega Barbara Suligoi, direttore del Centro operativo Aids (Coa) dell’Istituto superiore di sanità – e i dati sottolineano un andamento annuale in costante aumento, con 672 campioni risultati positivi tra aprile 2009 e agosto 2010 secondo la Sorveglianza sentinella basata su 13 laboratori di microbiologia. Bisogna d’altro canto sottolineare che la sorveglianza dell’Ecdc non prende in esame altre infezioni sessualmente trasmissibili numericamente significative come la condilomatosi e l’herpes genitale la cui prevalenza è molto più alta della clamidia in tutti i Paesi dell’Europa occidentale”.

Le più conosciute sono sifilide, gonorrea e l’Aids, ma altre malattie diffuse sono le infezioni da Herpes genitale, le infezioni da papilloma virus (HpV) e le epatiti virali da Hav, Hbc e Hcv (epatite A, B, C). Possono essere presenti in una persona senza provocare sintomi particolari, altre provocano ulcere o perdite mucose. “Solo per la clamidia le donne sono più a rischio – spiega Suligoi – , mentre gonorrea e sifilide sono più frequenti negli uomini. I casi di clamidia sono più numerosi tra le donne probabilmente perché le donne sono testate più spesso degli uomini per questo microrganismo. Se trascurata, può comportare complicanze gravi. L’infezione da clamidia è spesso asintomatica e se non curata può risalire l’apparato genitale andando a colpire le tube ovariche e generando uno stato infiammatorio che può portare a una malattia infiammatoria pelvica e alla sterilità”.

E’ l’estate uno dei periodi più a rischio, con molti ragazzi che vanno in vacanza a caccia di avventure. “La consapevolezza è bassa nei giovani, ma anche nella scuola, nelle famiglie e nella società in generale, con il risultato che stiamo tornando ai livelli di 50 anni fa – spiega Giorgio Vittori, presidente della società italiana di Ginecologia e Ostetricia (Sigo) – ; invece è importante sapere che queste infezioni, anche quando sono asintomatiche o comunque non troppo forti, possono portare anche all’infertilità nelle donne. Capita spesso che ci si accorga di essere stati contagiati solo quando si cerca di avere un figlio”. La migliore prevenzione, è bene ribadirlo ancora una volta, resta quella di utilizzare il profilattico.