Cure palliative: il Senato approva legge più restrittiva

Pubblicato il 27 Gennaio 2010 - 12:47 OLTRE 6 MESI FA

Sulle strategie mediche di contrasto al dolore fisico l’Italia persiste nella sua linea di parziale chiusura al ricorso di cure palliative adeguate. E’ l’oppio lo spauracchio, non la sofferenza insostenibile. Il Senato ha approvato all’unanimità il disegno di legge sulle terapie del dolore che, mentre mira alla creazione di una rete di rete di strutture già esistenti sul territorio, restringe di fatto la possibilità di accedere ai farmaci che servono. I medici privati non potranno prescrivere oppiacei necessari alle cure palliative.

Si tratta, occorre ricordarlo, di provvedimenti che riguardano 250 mila persone in Italia: solo lo 0,1% di queste ha libero accesso a cure palliative inserite in un programma efficace di terapia contro il dolore. Numeri inquietanti che segnalano la distanza con l’approccio ormai seguito in tutti i paesi sviluppati.

Dopo alcune modifiche apportate il testo torna alla Camera per il via libera definitivo. Il ministro della Salute, Ferruccio Fazio, prima del voto finale ha sottolineato l’impegno del governo perché questa «non sia una legge manifesto».

Sulla prescrizione degli oppiacei nella terapia antidolore, si sono sollevate le critiche dell’opposizione, a partire da quelle mosse da Ignazio Marino (Pd), presidente della commissione d’inchiesta sul Servizio sanitario nazionale (Ssn). Il testo del Senato, infatti, è più restrittivo rispetto a quello che aveva ottenuto l’ok della Camera lo scorso 16 settembre, che prevedeva per questi farmaci anche la possibilità di prescrizione attraverso la sola ricetta medica. Il provvedimento approvato dal Senato prevede invece che i farmaci antidolore vengano prescritti mediante il ricettario in uso presso i medici di famiglia  limitando quindi la prescrizione ai soli medici dipendenti dell’Ssn ed escludendo i medici che operano all’interno di strutture private. «Tra i pazienti che soffrono, solo il 9% riceve oppioidi leggeri e lo 0,1% oppioidi forti. E il dolore per loro è spesso intollerabile», dice Marino.

«Per esempio un oncologo di fama internazionale come Umberto Veronesi», ha spiegato Marino, «non potrà prescrivere sul suo ricettario 10 milligrammi di morfina per il suo paziente perché non possiede il ricettario dell’Ssn». La commissione Bilancio aveva sollevato dubbi sulla copertura economica di questo passaggio della misura. Il Senato ha approvato un ordine del giorno che impegna il governo a valutare la possibilità di trovare una risposta a questa esigenza, dando a ogni medico abilitato alla professione la possibilità di prescrivere farmaci per il dolore, come succede in altri Paesi come Germania, Francia, Gran Bretagna, Stati Uniti e Canada. «È inaccettabile», a detta di Marino, «che ciò non avvenga anche in Italia».

Senato ha dato inoltre via libera a un ordine del giorno presentato dai radicali con il quale si potrebbe aprire alla possibilità di produrre in Italia farmaci a base di cannabis (che sono importanti per malattie come la Sla) finora prescrivibili, ma acquistabili soltanto grazie all’importazione dall’estero.