Il digitale terrestre arriva anche il Lombardia, dal 18 maggio traslocano Raidue e Rete4

Pubblicato il 28 Aprile 2010 - 12:49 OLTRE 6 MESI FA

La tv via cavo in Lombardia perde Raidue e Rete4. Dal 18 maggio per vedere Simona Ventura e la sua “Isola dei Famosi”, Santoro con “Annozero” e i “deliri” di Emilio Fede bisognerà affidarsi al digitale terrestre, che prosegue la sua espansione a macchia di leopardo con l’obiettivo di totalizzarsi a fine 2012 (ma i tempi potrebbero essere anticipati).  Nella regione lombarda la digitalizzazione della tv si compierà nella sua interezza a settembre, con il trasloco definitivo di tutti gli altri canali:  40 nazionali su cui fare zapping (oltre a quelli locali e volendo, cioè pagando, alla pay tv di Mediaset).

Dopo Sardegna (la prima, nel 2008), Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Piemonte occidentale, Lazio e Campania, ora è la volta delle 11 province della Lombardia, del Piemonte orientale (Novara, Vercelli, Asti, Alessandria, Biella, Verbania) e di Piacenza e Parma. Lo schema è quello che hanno conosciuto le altre regioni d’Italia, si parte con lo «switch over» (cambiamento), fase intermedia di passaggio al dtt, con il quale si dà il via allo spegnimento del segnale analogico tradizionale per due soli canali, Raidue e Retequattro, una sorta di «campanello d’allarme» per i cittadini che devono ancora aggiornare la loro tecnologia alla nuova tv.

Poi tra il 15 settembre e il 20 ottobre lo «switch off» (spegnimento) con l’interruzione di tutti i segnali analogici e la contemporanea disponibilità di tutti i canali digitali. Tanti canali quindi divisi però per aree tematiche: per bambini, per lo sport, per le news, per gli appassionati di cinema. Salta all’occhio l’offerta per i ragazzi che conquista quattro canali: Boing, K2, Rai Gulp e RaiSat Yo Yo.

Per preparare l’evento Milano (3-4 maggio, Teatro dal Verme) ospita la quinta conferenza nazionale sulla tv digitale terrestre (“L’Italia è digitale”) dove ci saranno tra i tanti, Fedele Confalonieri, Paolo Garimberti, Giovanni Stella, il viceministro Paolo Romani. Andrea Ambrogetti è il presidente di DGTVi, la Confindustria che raccoglie tutti i broadcaster che offrono servizi gratuiti sulla piattaforma del digitale terrestre.

I telespettatori sembrano aver recepito bene il nuovo sistema televisivo. Come spiega lo stesso Ambrogetti «nelle aree già digitali, il 70/75% delle popolazione è stata in grado di risolvere i problemi da sola, il 20/25% ha chiesto aiuto ad amici e parenti, solo il 5% si è dovuto rivolgere a un antennista». Solitamente il problema principe è uno: «Mentre siamo più propensi a cambiare il televisore, non ci preoccupiamo mai di quel vecchio pezzo di ferro che sta sul tetto» perché la mancata ricezione dei canali digitali dipende in genere dall’antenna o dal cavo che dall’antenna arriva al televisore: mentre con la tv analogica anche con un impianto non perfetto qualcosa si riusciva a vedere comunque, i segnali digitali non consentono mezze misure: si vedono perfettamente o non si vedono affatto.

«Già in tutta Italia – spiega ancora Ambrogetti – esclusi i 6 canali generalisti Rai e Mediaset e La7, l’ascolto degli altri canali raggiunge il 9,7%, di share, mentre nelle aree all digital sale al 19,1%. Tra l’altro se nelle prime due settimane di passaggio al digitale si perde qualcosa come ascolto complessivo, dopo aumenta sia il numero delle persone che guarda la tv sia il tempo che si passa davanti alla tv. Perché vince l’idea forte che sta sotto al digitale: più offerta, più scelta».

Tra i canali gratuiti del dtt c’è anche Cielo, il canale-vetrina di Sky per promuovere le sue offerte a pagamento con una sorta di «meglio di» di quanto trasmette: serie tv, documentari, l’informazione di Sky Tg24. La pay tv di Rupert Murdoch non può entrare nel mercato del dtt prima del 2012 (le frequenze per trasmettere Cielo sono in affitto), ma ha chiesto alla Commissione europea di rivedere la scadenza per poter partecipare alla prossima asta sulle frequenze. La decisione è vicina.

Tv digitale, tocca ai lombardi:
il via con Raidue e Retequattro

Dal 18 maggio chi è senza decoder non potrà più vederli. Crescono i canali alternativi a Rai e Mediaset

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Decoder indispensabile dal 18 maggio per i cittadini di Lombardia e di parte di Piemonte e Emilia (Ansa)
Decoder indispensabile dal 18 maggio per i cittadini di Lombardia e di parte di Piemonte e Emilia (Ansa)

MILANO – La prossima tappa è ora: il 18 maggio Raidue e Retequattro «traslocano» anche sui televisori di Lombardia e Piemonte orientale. Niente più Simona Ventura e Santoro, addio a Emilio Fede, al cappello di Chuck Norris-Walker Texas Ranger, alle indagini di «Law & Order». Perché per continuare a vedere «L’Isola», «Annozero » o il Tg4 bisognerà avere il decoder per il digitale terrestre o un televisore con decoder integrato (mentre gli altri canali saranno ancora visibili anche senza). Da settembre poi «traslocheranno» tutti gli altri canali e la tv analogica sarà un ricordo. Il dtt (Digital Terrestrial Television) continua la sua espansione a macchia di leopardo e a fine 2012 (ma i tempi potrebbero essere anticipati) avrà «impellicciato» la penisola. Che significa 40 canali nazionali su cui fare zapping (oltre a quelli locali e volendo, cioè pagando, alla pay tv di Mediaset).

Dopo Sardegna (la prima, nel 2008), Valle d’Aosta, Trentino Alto Adige, Piemonte occidentale, Lazio e Campania, ora è la volta delle 11 province della Lombardia, del Piemonte orientale (Novara, Vercelli, Asti, Alessandria, Biella, Verbania) e di Piacenza e Parma. Lo schema è quello che hanno conosciuto le altre regioni d’Italia, si parte con lo «switch over» (cambiamento), fase intermedia di passaggio al dtt, con il quale si dà il via allo spegnimento del segnale analogico tradizionale per due soli canali, Raidue e Retequattro, una sorta di «campanello d’allarme» per i cittadini che devono ancora aggiornare la loro tecnologia alla nuova tv. Poi tra il 15 settembre e il 20 ottobre lo «switch off» (spegnimento) con l’interruzione di tutti i segnali analogici e la contemporanea disponibilità di tutti i canali digitali. Come risultato un’offerta di 40 emittenti televisive nazionali gratuite. Una multicanalità il cui effetto è una maggiore tematizzazione dei canali: per bambini, per lo sport, per le news, per gli appassionati di cinema. Salta all’occhio l’offerta per i ragazzi che conquista quattro canali: Boing, K2, Rai Gulp e RaiSat Yo Yo. Se lo sport si può guardare su Rai Sport Più, Sportitalia e Sportitalia 2, ci sono canali super settoriali come Coming Soon (informazione cinematografica), Nuvolari (motori), Super Tennis, RaiSat Cinema, Rai Storia e per chi abbina la passione compulsiva per tv e acquisti, Mediashopping dedicato allo shopping televisivo. Oltre ai canali mini- generalisti come Rai 4, Iris, La7d e Second Tv, che propongono due o più generi di intrattenimento.

Per preparare l’evento Milano (3-4 maggio, Teatro dal Verme) ospita la quinta conferenza nazionale sulla tv digitale terrestre («L’Italia è digitale») dove ci saranno tra i tanti, Fedele Confalonieri, Paolo Garimberti, Giovanni Stella, il viceministro Paolo Romani. Andrea Ambrogetti è il presidente di DGTVi, la Confindustria che raccoglie tutti i broadcaster che offrono servizi gratuiti sulla piattaforma del digitale terrestre: «Il digitale sta progressivamente sostituendo l’analogico e gli italiani si portano avanti: il livello di diffusione nelle sei regioni che dal 18 maggio a fine anno diventeranno all digital è già intorno al 70%. Proprio in ragione di questo da ottobre prossimo abbiamo pensato di eliminare lo switch over e passare direttamente allo switch off. Questo potrebbe anche portare a un anticipo dei tempi per concludere la copertura del Paese». Quindi anziché a fine 2012, il passaggio al dtt potrebbe avvenire con un anno di anticipo «per non fare discriminazioni e mettere tutti i cittadini sullo stesso piano». E i telespettatori come se la cavano con il passaggio alla tecnologia digitale? «Nelle aree già digitali, il 70/75% delle popolazione è stata in grado di risolvere i problemi da sola, il 20/25% ha chiesto aiuto ad amici e parenti, solo il 5% si è dovuto rivolgere a un antennista». Solitamente il problema principe è uno: «Mentre siamo più propensi a cambiare il televisore, non ci preoccupiamo mai di quel vecchio pezzo di ferro che sta sul tetto» perché la mancata ricezione dei canali digitali dipende in genere dall’antenna o dal cavo che dall’antenna arriva al televisore: mentre con la tv analogica anche con un impianto non perfetto qualcosa si riusciva a vedere comunque, i segnali digitali non consentono mezze misure: si vedono perfettamente o non si vedono affatto.

E gli ascolti come cambiano? «Già in tutta Italia – spiega ancora Ambrogetti – esclusi i 6 canali generalisti Rai e Mediaset e La7, l’ascolto degli altri canali raggiunge il 9,7%, di share, mentre nelle aree all digital sale al 19,1%. Tra l’altro se nelle prime due settimane di passaggio al digitale si perde qualcosa come ascolto complessivo, dopo aumenta sia il numero delle persone che guarda la tv sia il tempo che si passa davanti alla tv. Perché vince l’idea forte che sta sotto al digitale: più offerta, più scelta». Tra i canali gratuiti del dtt c’è anche Cielo, il canale-vetrina di Sky per promuovere le sue offerte a pagamento con una sorta di «meglio di» di quanto trasmette: serie tv, documentari, l’informazione di Sky Tg24. La pay tv di Rupert Murdoch non può entrare nel mercato del dtt prima del 2012 (le frequenze per trasmettere Cielo sono in affitto), ma ha chiesto alla Commissione europea di rivedere la scadenza per poter partecipare alla prossima asta sulle frequenze. La decisione è vicina.