Cos’è l’Escherichia Coli

Pubblicato il 2 Giugno 2011 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA

Il cetriolo, indicato come causa dell'epidemia poi "scagionato"

ROMA – Tutti lo chiamano batterio killer, ma il nome scientifico dell’epidemia che ha già ucciso 18 persone è Escherichia coli, abbreviato solitamente con E. coli. E’ la specie più nota del genere Escherichia. Questo batterio vive nella parte inferiore dell’intestino di animali a sangue caldo, come uccelli e mammiferi, incluso l’uomo, ed è necessario per la digestione corretta del cibo. La sua presenza nell’acqua segnala condizioni di contaminazione fecale, insieme con gli enterococchi.

Il nome deriva dal suo scopritore, Theodor Escherich. Appartiene al gruppo degli enterobatteri ed è usato comunemente come organismo modello dei batteri in generale. Nelle acque destinate al consumo umano, nelle acque di piscina, o quelle adibite alla balneazione o in alimenti e cosmetici, è prescritta l’assenza obbligatoria di Escherichia coli, proprio perché la sua presenza indica contaminazione fecale.

Anche se rappresenta un comune abitante dell’intestino e ha un ruolo fondamentale nel processo digestivo, ci sono situazioni in cui E. coli può provocare malattie nell’uomo e negli animali. Alcuni ceppi del batterio scatenano malattie intestinali e extra-intestinali come infezioni del tratto urinario, meningite, peritonite, setticemia e polmonite. Nonché l’epidemia mortale che si è scatenata in Germania.

La temuta Escherichia Coli si fa sentire con attacchi di diarrea, che può anche diventare emorragica. Di solito dura 4-5 giorni e si esaurisce da sé, e non è certo una novità: in Italia vengono registrati ogni anno mediamente 40 casi l’anno, soprattutto tra i bambini. Il batterio si è rivelato mortale solo nel 2% dei casi. Ma quest’anno in Germania è arrivata una forma particolarmente grave della malattia. Il batterio 104, come lo chiamano gli esperti, appartiene a un ceppo diverso dagli altri, con una capacità insolita di aderire alla mucosa. Si sviluppa quindi nell’intestino, poi passa nel sangue e infine attacca il rene provocando complicazioni gravi che possono portare alla morte.