Facebook, le ammissioni del fondatore: “Errori nella gestione della privacy”

Pubblicato il 24 Maggio 2010 - 08:35 OLTRE 6 MESI FA

Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook

Dopo tante polemiche, finalmente arriva l’ammissione. Il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, ha dichiarato di aver commesso “un pacchetto di errori” nella gestione della privacy degli utenti del popolare social network.

Il giovane ideatore del social network, preoccupato delle proteste scatenate dall’introduzione, avvenuta il mese scorso, di nuove funzionalità che permettono agli utilizzatori di far conoscere le pagine internet che vengono apprezzate (ed in particolare dalla pagina creata, sullo stesso social network, dall’eloquente titolo ‘Come distruggere definitivamente la vostra pagina di Facebook’), ha scritto una mail ad un influente blogger californiano, Robert Scoble, facendo mea culpa.

“So che abbiamo fatto un pacchetto di errori, ma la mia speranza dopo tutto questo è che il nostro servizio migliori – ha scritto il ventiseienne fondatore del social network – che la gente capisca che le nostre intenzioni erano buone e che noi reagiamo di fronte alle reazioni della gente per la quale lavoriamo”. L’ammissione è arrivata all’indomani dell’annuncio di nuove e più semplici regole di privacy nella gestione del profilo utente.

Al centro della bufera ci sono le recenti modifiche introdotte dal social network sulla questione della privacy, in primo luogo, la scarsa informazione data agli utenti sul livello di “pubblicità” dei dati immessi nella propria pagina. A lasciare perplessi internauti ed esperti è la  “personalizzazione istantanea”, inserita come impostazione predefinita per alcuni siti come Microsoft Docs.com, Pandora e Yelp. I dati personali impostati dall’utente nel profilo personale su Facebook vengono condivisi con questi siti partner.  Per eliminare il meccanismo l’utente è obbliogato ad una serie di faticosi passaggi sulle proprie impostazioni di privacy.

Di recente, Marc Sullivan, giornalista Usa esperto del settore, ha proposto un vero e proprio decalogo della privacy su Facebook chiedendo, come prima cosa, che gli utenti siano informati su cosa diventa pubblico e cosa no. Non solo. Sullivan chiede una sorta di “rivoluzione copernicana di Facebook”: impostare “privato” come parametro predefinito e scegliere di volta in volta cosa si vuole come pubblico.