Farsi male su internet. I farmaci falsi online

di Antonio Sansonetti
Pubblicato il 27 Marzo 2012 - 00:17 OLTRE 6 MESI FA

Lapresse

BARLETTA – Il “sorbitolo killer” che a Barletta ha ucciso Teresa Sunno e ha rischiato di ammazzare anche Anna Abrescia e Addolorata Piazzolla è solo l’ultimo esempio di come comprare farmaci su internet fa risparmiare sì qualche euro, ma a volte costa la vita. Perché, se già il mercato ufficiale dei farmaci non è immune alle contraffazioni, online è quasi certa l’eventualità che si acquisti un tarocco. E poco rassicura il fatto che Ebay ha deciso di bloccare in tutto il mondo le vendite di sorbitolo.

Aifa, l’agenzia internazionale del farmaco, e l’italiana Federchimica danno le cifre che certificano la diffusione e la gravità del fenomeno: ogni dieci scatole di farmaci che si vendono nel mondo, una è falsa. In Russia e in Africa la media arriva a tre scatole su dieci. Percentuali complessive che – prendendo in esame la sola vendita internet – si invertono. Secondo LegitScript, un database americano collegato all’Aifa, su 40.095 farmacie online monitorate solo 220, lo 0,5%, sarebbe sicuro. Federchimica stima che il 96% delle webfarmacie non ha nessuna autorizzazione medica, che il 94% di queste non ha alle sue dipendenze neppure un farmacista e che il 70% dei farmaci che vendono sono potenzialmente pericolosi. Nella sola Italia, la spesa per farmaci falsi è di 3,57 miliardi.

Un giro d’affari che rende molto più del traffico di droga, e le mafie asiatiche (specializzate nella produzione) con quelle dell’Est Europa (specializzate nella distribuzione) lo hanno capito da un pezzo. Perché rischiare l’ergastolo e in certi Paesi la pena di morte in un’attività dispendiosa supersorvegliata come produrre e trasportare droga, quando con un laboratorio chimico e un collegamento internet puoi guadagnare – stando ai calcoli dei Nas – 2.500 euro per ogni euro che hai investito? “Spacciare” farmaci rende 150 volte di più che spacciare eroina. E si rischia pochissimo perché si sfrutta la diversa legislazione vigente nei vari Stati e grazie a Internet si scavalcano le dogane e si “domicilia” il sito dove “spacciare” farmaci non viola la legge.

Se al produttore e al distributore i farmaci tarocchi convengono tantissimo, anche al consumatore conviene comprare online, l’unico inconveniente è che a volte si muore. E’ in Rete che si può trovare l’eparina, un’anticoagulante che ha fatto 149 morti. Il Viagra low cost, pastiglie che del Viagra hanno solo il colore, ha mandato 4 persone in coma a Singapore e uno in ospedale a Milano. La Sibutramina, dimagrante che causa più effetti collaterali che perdita di peso. E poi anti-tumorali al prezzo di antibiotici (e con l’effetto di un’aspirina), antidoti all’influenza aviaria…

Il problema diventa insormontabile quando, come nel caso di Barletta, a cascarci non sono solo semplici consumatori ma medici, anche se privati, attirati dal risparmio. In quel caso il giuramento di Ippocrate dovrebbe restare valido anche di fronte alle tentazioni alla “Ok, il prezzo è giusto” di cui la Rete è piena.