Osmed: “il 50% dei farmaci prescritti è equivalente”

Pubblicato il 8 Luglio 2010 - 15:29| Aggiornato il 10 Luglio 2010 OLTRE 6 MESI FA

Un farmaco su due che e’ stato prescritto in Italia nel 2009 appartiene alla categoria dei ‘generici’ o ‘equivalenti’, vale a dire i medicinali che utilizzano un principio attivo il cui brevetto e’ scaduto e hanno un costo piu’ basso, in alcuni casi anche in maniera rilevante, rispetto al farmaco ‘griffato’.

Si tratta, secondo il rapporto Osmed (Osservatorio nazionale sull’impiego dei medicinali) curato dall’Istituto Superiore di Sanita’ e dall’Agenzia italiana del Farmaco (Aifa), di un traguardo importante, perche’ con la prescrizione di farmaci equivalenti ”e’ possibile ottenere dei risparmi significativi all’interno della spesa sanitaria” ha sottolineato il coordinatore del Rapporto, Roberto Raschetti dell’ISS.

In termini di spesa sanitaria, i farmaci equivalenti, nel 2009 hanno inciso sul totale per il 27,1%, dato che si attestava solo al 13,1% nel 2005 e nello stesso anno, segnava una diffusione in volumi di poco superiore al 20%. Sembrano dunque essere quasi del tutto superate le resistenze dei cittadini nei confronti dei farmaci generici, anche se restano ancora alcune criticita’ di mercato evidenziate da Pierluigi Navarra del Dipartimento di Farmacologia dell’universita’ La Sapienza di Roma.

”L’attuale modalita’ di distribuzione dei farmaci equivalenti nelle farmacie – afferma Navarra – rende aleatorio ogni discorso di continuita’ terapeutica per i pazienti” che non riescono a trovare sempre lo stesso farmaco equivalente. Esistono due tipi di generici: quelli detti ‘unbranded’ commercializzati con il nome della molecola, per esempio l’amoxicillina e i farmaci ‘branded’, che hanno anch’essi, come i medicinali piu’ noti, un nome commerciale di fantasia, diverso pero’ dal nome del piu’ conosciuto farmaco. Secondo il rapporto, sul totale degli equivalenti prescritti, quelli ‘branded’ sono piu’ diffusi.