Fondazione Maugeri, Passerino: “Daccò apriva le porte in regione”

Pubblicato il 16 Aprile 2012 - 22:40 OLTRE 6 MESI FA

MILANO – I contratti di consulenza venivano commissionati a Pierangelo Dacco’ perche’ ”aprisse porte” in Regione Lombardia. Lo ha ripetuto piu’ volte Costantino Passerino, il direttore amministrativo della Fondazione Maugeri, interrogato dal gip di Milano Vincenzo Tutinelli, il giudice che ha disposto il suo arresto assieme a quello, tra gli altri, dello stesso Dacco’ e dell’ex assessore regionale Antonio Simone, nell’ambito dell’inchiesta su una presunta sottrazione di oltre 56 milioni di euro dalle casse dell’ente, con sede a Pavia, e ‘dirottati’, rimbalzando da una societa’ all’altra, all’estero per creare fondi neri.

Passerino, che da sabato ha cominciato a rendere dichiarazioni utili alle indagini dei pm Luigi Orsi, Laura Pedio, Antonio Pastore e Roberto Pellicano, aveva gia’ messo a verbale che per Dacco’ c’era ”un occhio di riguardo” per ”la sua influenza nell’assessorato alla sanita”’ e in quanto era ”uomo molto importante in Comunione Liberazione, in particolare per i suoi rapporti con il Presidente della Regione Lombardia”.

Gli inquirenti, da quanto si e’ appreso in ambienti giudiziari, su queste entrature al Pirellone dell’uomo d’affari, gia’ in carcere per l’indagine sul dissesto del San Raffaele e tra i protagonisti, per l’accusa, dell’attivita’ di drenaggio del fondi dalla Fondazione Maugeri, vogliono vederci chiaro. Cosi’ come vogliono vederci chiaro su un’operazione immobiliare gestita dalla Limes, societa’ controllata dalla Juvans di Dacco’, relativa a due ville in Costa Smeralda: una risulterebbe in usufrutto a Simone e l’altra acquistata con un mutuo e, questa l’ipotesi, a un prezzo inferiore rispetto a quanto stimato da una banca, da Alberto Perego, definito in un verbale dal fiduciario di Dacco, Giancarlo Grenci ”segretario del presidente”.

In base anche a quanto aveva messo a verbale Grenci, per gli inquirenti il ”Gruppo Dacco”’ riceveva, tramite i contratti di consulenza ritenuti fittizi, il denaro sottratto cosi’ agli enti ospedalieri, come la fondazione Maugeri e il San Raffaele. Denaro che in parte sarebbe finito in societa’ sparse per il mondo (divenuto cosi’ anche irrintracciabile), in parte a Simone e in parte sarebbe stato investito in attivita’ in Sudamerica (Argentina e Cile o a Nazareth) in barche, aerei privati (ne aveva uno anche Simone intestato alla Fraco) e nella costruzione delle due ville in Sardegna. Attivita’ su cui la Procura ha acceso un faro, mirando anche a ricostruire le operazioni sospette in Costa Smeralda. Intanto oggi sono continuati gli interrogatori davanti al gip Tutinelli.

Simone a proposito dei soldi ricevuti da Dacco’, si parla di una decina di milioni di euro, si e’ giustificato dicendo che era stato pagato per la sua professionalita’. E quando gli e’ stato chiesto, in mancanza di contratti scritti, come facesse a sapere quale fosse la cifra che l’uomo d’affari gli doveva versare, ha risposto: ”Piu’ o meno sapevo quanto valevano le mie idee”.

Dichiarazioni pero’ smentite dalla versione resa l’altro ieri da Passerino e da Gianfranco Mozzali, il consulente della Maugeri, anche lui interrogato oggi in carcere: i due hanno spiegato ai magistrati che sia Simone sia Dacco, in realta’, non erano molto competenti nel campo della sanita’ e della ricerca. E Passerino, l’altro ieri, ha ripetuto appunto in modo esplicito che Dacco’, che verra’ interrogato domani, era colui che ”apriva le porte” in Regione.