Frequenze tv, multiplex, beauty contest: ecco su cosa litigano Pdl e governo

Pubblicato il 18 Aprile 2012 - 09:49 OLTRE 6 MESI FA

Corrado Passera e Paolo Romani

ROMA –  Lo scontro, formalmente, si consuma su un emendamento: quello proposto dal governo e votato a maggioranza con il voto contrario del Pdl. Emendamento che prevede l’accantonamento del “beauty contest”, il concorso di bellezza secondo il quale le frequenze tv per il digitale si affidavano gratis a chi avrebbe potuto offrire un prodotto “migliore”, con più investimenti.  Ovvero Rai e Mediaset.

Con l’emendamento, invece, al posto del beauty contest arriva un’asta che gli ottimisti dicono possa portare nelle casse del governo fino a un miliardo di euro. Il problema è chi è disposto a spendere visto che, almeno secondo l’ex ministro Paolo Romani, con la norma attuale, Rai e Mediaset rischiano di non potersi presentare all’asta.

Tecnicismi a parte l’oggetto del contendere è legato ai multiplex, ovvero i blocchi di canali (ogni blocco ne contiene circa 5, con conseguente limite di 25 canali per Rai e Mediaset). L’emendamento che cancella il famigerato “concorso di bellezza” infatti, prevede che all’asta si possano presentare solo le emittenti che non ne abbiano già in assegnazione più di cinque. E questo mette Mediaset e Rai in una situazione limite.

A oggi, infatti, i due gruppi televisivi trasmettono sfruttando ciascuno quattro multiplex ma stanno aspettando la conversione di vecchie frequenze analogiche (le Dvbh) in digitali (Dvbt). Se questo dovesse avvenire entro i 90 giorni in cui è prevista l’asta Rai e Mediaset finirebbero entrambe fuori dall’asta, ammesso e non concesso che abbiano intenzione di partecipare ad una gara per un bene che la norma sul beauty contest di fatto gli assegnava gratis.

Ed è proprio sui tempi che  si consuma lo scontro tra il ministro Corrado Passera e il suo predecessore Paolo Romani. Per quest’ultimo la conversione delle frequenze avverrà prima della gara e finirà per far fuori Mediaset. Passera replica asciutto: “E’ falso. Non è automatico che (Rai e Mediaset) avranno la conversione e comunque non arriverà prima della gara”.  Quindi la stilettata all’ex ministro: “Comunque il tetto dei cinque multiplex è chiesto dalla Ue”. Tetto che, spiegano a Repubblica anonimi esperti del Pd “con il beauty contest veniva azzerato”.

A rimetterci, scrive sempre su Repubblica Alessandra Longo, rischia di essere soprattutto la Rai. Il suo quinto multiplex, quello ancora da convertire, sarebbe infatti poco adatto, per caratteristiche tecniche, alla trasmissione tv su scala nazionale. A differenza del quinto multiplex (ancora virtuale) che dovrebbe toccare a mediaset.