Google sfida la censura in Cina. Pechino: “Un grosso errore”

Pubblicato il 22 Marzo 2010 - 20:44| Aggiornato il 23 Marzo 2010 OLTRE 6 MESI FA

Google schiva la censura cinese passando per Hong Kong. Dopo due mesi e mezzo di braccio di ferro Mountain View annuncia che chiuderà il sito di  ricerche online basato in Cina, dirottando gli utilizzatori di Google.cn su Google.com.hk dove i risultati delle ricerche saranno offerti in modo non filtrato e in cinese semplice. Google è anche consapevole del fatto che il traffico dalla Cina verso il sito basato ad Hong Kong potrebbe essere bloccato dai cinesi.

Annunciando di voler mantenere la propria attività di ricerca e sviluppo e anche la forza vendita della pubblicità in Cina, Google sembra avere trovato di fatto una via per aggirare la censura cinese, nel tentativo di combatterla, ma allo stesso tempo sperando di continuare a trarre vantaggio dalla crescita esplosiva del mercato internet cinese: 400 milioni di utenti in continua espansione.

Un passo che come prevedibile non incontra il favore delle autorità di Pechino, che hanno parlato di una decisione «completamente sbagliata» e di violazione di una «garanzia scritta». «Google è venuto meno al suo impegno scritto fatto quando ha deciso di entrare nel mercato cinese fermando il filtraggio del suo motore di ricerca e addossando alla Cina la responsabilità degli attacchi dei pirati informatici – ha detto un funzionario dell’Ufficio informazione del Consiglio di Stato -. Questo è totalmente sbagliato. Ci opponiamo senza compromessi alla politicizzazione delle questioni commerciali ed esprimiamo malcontento e indignazione per le irragionevoli accuse e il comportamento di Google». Anche la Casa Bianca ha commentato i nuovi sviluppi della vicenda. «Siamo delusi del fatto che Google e il governo cinese non siano stati in grado di raggiungere un accordo» ha detto il portavoce Mike Hammer.

La mossa di Google è stata giudicata dal New York Times “sorprendente” e rischiosa: un atto di forza e di coraggio che potrebbe invece conludersi proprio con l’esclusione del motore americano dal mercato cinese.

La soluzione individuata da Google mette fine a due mesi di crisi fra la società e Pechino iniziata nelle scorse settimane quando era stato sventato un mega attacco informatico proveniente proprio dalla Cina. Non è chiaro da dove venissero esattamente gli attacchi informatici subiti da Google, ma secondo alcuni, potrebbe esserci anche un coinvolgimento, indiretto, del governo di Pechino. Tra le vittime degli hacker ci sarebbero infatti diversi dissidenti (dei quali sono state aperte le caselle di posta elettronica), oltre a grandi multinazionali, molte delle quali statunitensi. Dopo gli attacchi Google ha prima minacciato di smettere di utilizzare i ‘filtri’ richiesti dalla censura cinese oltre a voler chiudere il suo sito web in cinese se non fosse stata messa in grado di garantire la sicurezza ai suoi clienti.

«Riteniamo che questo nuovo approccio di fornire ricerche non censurate in cinese semplice attraverso Google.com.hk sia una soluzione ragionevole: è interamente legale e aumenterà significativamente l’accesso all’informazione dei cinesi. Ci auguriamo che il governo cinese rispetti la nostra decisione, anche se siamo consapevoli che potrebbe bloccare l’accesso ai nostri servizi». Lo afferma Google spiegando la propria decisione di revocare censura su Google.cn e dirottare gli utilizzatori su Google.com.hk, dove le ricerche attraverso Google non sono filtrate.