I greci infiammano le piazze: quante le colpe di Francia e Germania?

Pubblicato il 16 Giugno 2011 - 13:45 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Grecia sta pagando anche le colpe di Francia e Germania, ne è convinto Oscar Giannino che dalle colonne del Messaggero riflette sulle proteste di piazza che hanno esasperato Atene, con un nuovo governo socialista di George Papandreou che deve reggere la situazione.

“A 18 mesi dall’esplosione della crisi dell’eurodebito, innescata da un deficit pubblico greco occultato per 15 punti di Pil dal precedente governo conservatore, la colpa della politica e dei cittadini greci ormai non è la più grave. E l’Europa politica ad avere una gravissima responsabilità, perché la dilazione e diluizione del problema greco, irlandese e portoghese (con quello spagnolo dietro l’angolo) si deve a una radicale divisione in sede di Eurogruppo, Ecofin e Consiglio Europeo”, scrive Giannino.

Berlino sarebbe l’artefice di questo effetto domino perché, essendo di fatto il traino dell’Europa attuale, non considera altri medoti probabilmente diversi dal suo, tutto volto ad azzerare il deficit e soprattutto al rigore pubblico e alla produttività dei privati.

Poi aggiunge: “La Merkel e Sarkozy, all’esplosione della crisi greca, si trovavano con le maggiori banche tedesche e francesi piene di titoli greci, ad alto rendimento e dunque a guadagno facile. I due terzi dell’esposizione pubblica greca era nei loro confronti, mentre le banche italiane erano state giustamente assai più prudenti. Tra novembre 2009 e febbraio 2010 sarebbe stato possibile e anzi necessario avviare la Grecia, d’intesa con il Fondo Monetario, a una ristrutturazione del proprio debito, delle sue scadenze e anche delle sue rate, con una perdita di capitale per le banche prestatrici nell’ordine del 15-20%. Berlino e Parigi hanno rifiutato. In cambio di 105 miliardi di euro prestati dagli euromembri e dal Fmi, la Grecia è stata obbligata a una manovra durissima di rigore che l’ha spinta a perdere quasi 6 punti di Pil”, aggiunge.