La legge del mercato sfila in passerella

Pubblicato il 7 Ottobre 2008 - 12:00 OLTRE 6 MESI FA

da: La Repubblica

Come sembrano polverosi, lontani, i tempi in cui nel mondo fashion le faide avvenivano tra stilisti grandi firme: erano gelosie, invidie tra primedonne, che si esprimevano in gossip anche feroci (e l’ avversario veniva spesso nominato al femminile per simpatica reciproca insinuazione), furto di top model, litigi sugli orari delle sfilate, accuse di scopiazzatura, ricevimenti sempre più sibaritici, giro di telefonate furenti per sapere come mai un nuovo collega cominciava ad avere successo, lettura al microscopio degli articoli sulle sfilate con scenate alle tapine giornaliste, del resto prone, del tipo “perché a quella pazza (un lui naturalmente) dieci righe in più che a me?” con conseguenze funeste tipo ingresso sbarrato a sfilate e feste per le criminali, e addirittura sospensione della pubblicità alle loro testate. Cose nervose ma alla fine innocue, talvolta meschine ma domestiche, che mandavano in visibilio la piccola, superba e insignificante gang cosmopolita che nella sua transumanza al seguito internazionale delle presentazioni di moda (New York, Londra, Milano, Parigi e altro), viveva i suoi giorni di gloria e potere. Adesso l’ inglese Guardian sottolinea il micidiale cambiamento, e titola “Sangue sulla passerella” un articolo che segnala come le sfilate parigine si siano concluse non con i tradizionali baci sulle guance e i brindisi di champagne, ma con una “inaspettata pugnalata alla schiena” che ha sorpreso anche i più…

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