Lavitola, il governo di Panama di difende: “Mai ricevute tangenti”

Pubblicato il 17 Aprile 2012 - 21:32 OLTRE 6 MESI FA

CITTA' DI PANAMA – Il governo di Panama, col presidente Ricardo Martinelli in testa, investito dalle notizie-ciclone dell'inchiesta dei pm napoletani su Valter Lavitola, respinge le accuse di aver ricevuto tangenti. Ma l'opposizione vuole vederci chiaro e chiede una commissione parlamentare speciale. Intanto il procuratore generale Jose Ayu Prado annuncia l'apertura di un'inchiesta d'ufficio, con la possibilita' di richiedere supporto giudiziario ai magistrati napoletani (che – fa sapere – non hanno mai richiesto ausilio nell'indagine su Lavitola).

Il vento di tempesta e' cosi' forte che Martinelli cancella un viaggio in Messico, e resta per affrontare lo scandalo, mentre fonti ufficiali fanno sapere che il sottosegretario agli Esteri Francisco Alvarez de Soto sara' presto in Italia per chiarire la situazione.

La leader del partito oppositore Prd Balbina Herrera – da mesi in prima linea nel denunciare i rapporti tra Martinelli, i suoi ministri, e l'ex direttore dell'Avanti (allora latitante) – annuncia invece di avere documenti interessanti da consegnare al procuratore.

Secondo le indagini dei pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli, Martinelli, cosi' come l'ex ministro della Giustizia (fino al gennaio 2012) Roxana Mendez, ora sindaco della capitale, avrebbero ricevuto tangenti per affidare ad un consorzio di imprese italiane un maxi-appalto da 176 milioni di dollari per la costruzione di quattro carceri ''modulari'' nel Paese. L'affare alla fine non si era fatto, ma nel frattempo diverse 'mazzette' (per un importo totale di varie centinaia di migliaia di dollari sarebbero state versate).

''Non ho preso un centesimo nell'affaire Lavitola'', dichiara Martinelli dal suo account Twitter, aggiungendo che il ''presunto denaro ricevuto in Brasile e' rimasto sul conto di Pesquiera Lavitola che non conosco''. E aggiunge: ''A Panama non ci sono imprese italiane che costruiscono carceri''.

Anche Mendez si difende, spiegando che a fare da garanti per le negoziazioni erano stati funzionari dell'Ambasciata italiana. ''Il contratto delle carceri non si e' mai fatto – dice Mendez -. Abbiamo trattato con l'impresa che offriva una serie di alternative di costruzione modulare. Un'impresa italiana che effettivamente era presentata dal signor Lavitola'', pero' ''non avevamo la capacita' economica e non si e' fatto''.

La stessa versione viene fornita dal ministro Jorge Fabrega, che in una conferenza stampa ha ricordato come la trattativa si sia arenata per ''gli alti costi'' e come si fosse svolta nell'ambito di un accordo di cooperazione in materia di sicurezza, siglato tra Panama e l'Italia nel 2010.

Fabrega ha anche negato che Lavitola abbia mai ''partecipato ad alcun contratto'' firmato nel Paese. Ma per l'opposizione Lavitola avrebbe avuto un ruolo chiave, nel 2010, nell'acquisto di sei elicotteri, 19 radar e un mappatore digitale, da Finmeccanica per 250 milioni di dollari.

Per questo motivo Marco Acca, rappresentante di una delle aziende del gruppo, l'Agusta Westland, ha convocato una conferenza stampa per precisare che il contratto e' stato siglato in forma ''diretta'' con lo stato di Panama. ''Agusta Westland – afferma – non ha dato un centesimo ad alcun intermediario. Ed il prezzo stipulato e' quello giusto''.