Comunisti e “destri” contro il banchiere Monti. Manifesto, Libero e…

Pubblicato il 16 Novembre 2011 - 13:24 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – “Alla comunità internazionale non importa nulla dell’intrinseca risoluzione dei nostri problemi, non dell’aumentata diseguaglianza sociale, non delle nuove sacche di povertà”. Sembra il Manifesto, invece è Libero. Il nuovo comune denominatore di giornali di destra e di sinistra sembra essere lo scetticismo su Mario Monti. Comunisti e “destri” vedono il banchiere come simbolo della “finanzocrazia”: come se fosse l’espressione dei voleri dell’alta finanza. E dunque apparente “nemico del popolo”. La battaglia accomuna dunque Manifesto, Liberazione, Libero, Il Giornale, Il Foglio, Il Fatto Quotidiano. A destra, l’unico a sottrarsi è Il Tempo.

Le parole appena lette sono state scritte da Filippo Facci sul quotidiano diretto da Maurizio Belpietro. Ma Loris Campetti, sul Manifesto appunto, spiega ancora meglio il concetto: “Monti è peggio del Cavaliere? Come stile, che non è una cosa da poco, è sicuramente meglio Monti. Per il resto non è peggio ma neanche meglio. In effetti i due hanno in testa la stessa ricetta liberista. Il dominio delle banche non risolve la crisi e non riduce il livello di diseguaglianza”.

Liberazione invece, ha stampato una copertina con una caricatura di Monti e la scritta “Goldman” (ricordando così il suo passato a Goldman Sachs). Liberazione dipinge Monti come “portavoce” del “dirigismo tecnocratico” e dei “diktat affamapopoli”. Quello del “diktat della grande finanza” è un’immagine ripresa anche dal Manifesto. Il Fatto Quotidiano parla invece di “mannaia bocconiana”.

A destra (seppure nella versione moderata promossa dal direttore Mario Sechi), invece, rimane Il Tempo, che appoggia Monti: “O facciamo il governo Monti, con dentro i politici e senza scadenza, oppure siamo cotti”.