(Peso) Massimo D’Alema e il suo curriculum di nasi sanguinanti

Pubblicato il 22 Luglio 2011 - 17:16 OLTRE 6 MESI FA

Massimo D'Alema (Lapresse)

Brutto posto la Camera dei Deputati, se non stai attento puoi incontrare anche qualcuno che ha voglia di menare le mani. E’ successo al giornalista Luca Telese, de Il Fatto quotidiano, che ha avuto un incontro ravvicinato abbastanza vivace con il presidente del Copasir Massimo D’Alema. L’ex presidente del Consiglio ha gonfiato i muscoli con Telese (uno che – chi lo ha visto in tv – non identifica proprio col profilo del giornalista rissoso alla Giancarlo Fusco), esibendo un piglio da duro: vantando un curriculum di nasi sanguinanti e uno “score” di più incontri vinti che persi”. Da Lìder Maximo a peso massimo. Telese lì per lì è rimasto incredulo, poi (immaginiamo) si sarà avventato su un pc portatile a scrivere tutto:

Massimo D’Alema, nel Transatlantico di Montecitorio, solo poco prima del voto sull’onorevole Papa. Massimo D’Alema, nel Transatlantico di Montecitorio, palpebre spalancate, tono indignato, mi guarda fisso e dice: “Voi de Il Fatto siete tecnicamente fascisti…”.

Che cosa succede perché il Lìder maximo sia così indispettito? Mentre gli chiedo perché sia così arrabbiato fa un gesto plateale. Si toglie gli occhiali da presbite, li infila nel taschino con un gesto ampio del braccio, mi dice con tono di sfida: “Sa, quando ero ragazzo, di solito, dopo che facevo questo gesto, l’interlocutore che si trovava al posto dove lei è ora, poco dopo si ritrovava con il naso sanguinante”.

Meraviglioso D’Alema quando ti parla così e non ti rendi conto se ci creda sul serio, o se stia giocando alla parodia del bullo, così per inscenare una prova di forza con l’interlocutore: “Lei forse non sa, ma vorrei ricordarglielo che ho fatto a botte tante volte. Ma sono più quelle in cui le ho date che quelle in cui le ho prese”.

I bei giorni degli scontri al “Bussola”, correva l’anno 1968, quando il giovane leader della Fgci racconta di aver tirato una molotov. Il D’Alema di oggi -invece- sorride all’imbeccata e distende il palmo, tenendolo parallelo al ventre: “Il mio fisico, come può vedere, è ancora perfettamente allenato”.

La mente corre a un memorabile pezzo di Concita De Gregorio in cui D’Alema si vantava di scolpire i suoi deltoidi con un meticoloso lavoro in palestra: “Vede, io non parlo con chi si permette di mettere in dubbio la mia moralità. Non parlo con chi conduce una campagna infame contro il Pd e contro la mia persona. Non parlo con la stampa tecnicamente fascista: non parlo, quindi, con Il Giornale, con Libero, con Panorama e con il Fatto. Ovvero con i quotidiani che stanno cercando di infangare me e il mio partito”.