Murdoch, contatti in politica per allontanare le indagini sulle intercettazioni

di Maria Elena Perrero
Pubblicato il 11 Aprile 2011 - 11:07| Aggiornato il 14 Aprile 2011 OLTRE 6 MESI FA

ROMA –  Rupert Murdoch avrebbe usato le proprie conoscenze in politica e nelle più alte sfere per cercare di dirottare le attenzioni – e le relative indagini – dei parlamentari laburisti dalle intercettazioni fatte dal News of the World, domenicale scandalistico del Sun, di sua proprietà.

A rivelare gli ultimi sviluppi di quella che è ormai una saga che coinvolge il tycoon australiano e uno dei suoi tanti media, il News of the World appunto, è un ex ministro del governo di Gordon Brown. Parlando con l’Observer l’ex ministro, che ha chiesto di restare anonimo, avrebbe fatto arrivare a Brown un messaggio in cui Murdoch gli chiedeva aiuto.

L’ex premier, in carica fino allo scorso maggio, non ha voluto commentare l’indiscrezione, ma non l’ha neppure negata. Si pensa, scrive il Guardian, che i contatti siano stati instaurati prima che Brown lasciasse Downing Street. L’ex ministro avrebbe infatti detto: “Quello che so è che Murdoch entrà in contatto con un buon amico che a sua volta contattò Brown. L’intenzione era che il premier raffreddasse le attenzioni e gli attacchi dei laburisti verso l’impero del tycoon”.

Brown si sarebbe preoccupato sempre più, con il passare del tempo, delle accuse di intercettazioni, e avrebbe chiesto alla polizia di indagare. Avrebbe anche dichiarato di essere stato vittima delle intercettazioni telefoniche durante il suo mandato di cancelliere dello scacchiere (l’equivalente del ministro dell’Economia italiano) tra il 1997 e il 2007. E avrebbe portato a conoscenza dei giochi di Murdoch alcuni membri selezionati del partito laburista.

L’ altro ex primo ministro laburista, Tony Blair, ha negato il proprio coinvolgimento in una serie di telefonate che avrebbero avuto come obiettivo ultimo Brown stesso. Un suo portavoce ha dichiarato che le voci erano “categoricamente false”. Ma certo si aggiungono alle tante sull’influenza di Murdoch sulle figure di spicco nella scena politica britannica, concretizzatesi con la nomina di Andy Coulson, ex direttore del News of the World, a capo ufficio stampa dell’attuale premier David Cameron.

L’attuale leader laburista, Ed Miliband, ha chiesto di fare chiarezza sui comportamenti criminali, chi li abbia messi in pratica e quando. “Quello che abbiamo visto è una seria ammissione di illeciti da parte del News International. Ora dobbiamo sapere chi fosse a conoscenza di questi comportamenti, e fino a che punto si sia spinto”.

Lo scorso venerdì 8 aprile, dopo che due dei cronisti di punta del giornale (Neville Thurlbeck e Ian Edmondson) erano stati arrestati, il News International, per la prima volta, ha chiesto pubblicamente scusa e ha offerto maxi-indennizzi ad otto vittime delle intercettazioni che avevano fatto causa al gruppo per violazione della privacy. Tra loro l’attrice americana Sienna Miller, che ha fatto causa al domenicale del Sun, e l’ex ministro della cultura del governo Blair, Tessa Jowel, l’ex marito di quest’ultima, nonché ex avvocato si Silvio Berlusconi, David Mills.  Almeno una delle vittime, però, rimasta anonima, ha fatto sapere che non accetterò il risarcimento e continuerà a perseguire Murdoch in tribunale.

Ma i nomi notti coinvolti nella vicenda non si fermano qui. Perché l’attore britannico Hugh Grant ha raccontato al New Statesman di aver incontrato Paul McMullan, ex giornalista di News of the World. L’attore si sarebbe voluto vendicare di una foto “rubata”. Sarebbe riuscito ad incontrare il cronista in un pub, a farlo parlare a lungo, finché McMullan non ha raccontato che al giornale tutti sapevano delle intercettazioni, a partire dal direttore, proprio l’ex responsabile delle relazioni esterne di Downing Street Andy Coulson. Non solo. Il reporter avrebbe detto che secondo lui Cameron non poteva non sapere. E tutto questo Grant l’ha registrato in una cimice.

Tutta questa storia rischia di ripercuotersi sul tentativo di Murdoch di acquisire il 100 per cento della piattaforma satellitare BSkyB. Dal ministero della Cultura, Media e Sport fanno sapere che gli arresti e la vicenda intercettazioni non influenzerà la decisione del governo. “Il ministro della Cultura non può tenere in considerazione fattori estranei al processo”. Bisognerà vedere quanto è effettivamente estranea la questione.