“Non siamo in casa”, Twitter fa la spia ai ladri e il furto è servito

Pubblicato il 18 Febbraio 2010 - 17:28 OLTRE 6 MESI FA

Sono finiti i tempi di telefonate mute, appostamenti e attese di ferie, ponti e week end. Ci pensa Twitter a informare i ladri che non siamo in casa, per essere liberi di svuotare i nostri appartamenti.

A smascherare il nuovo strumento dei topi di appartamento il sito PleaseRobMe.com, che indica le persone che si sono allontanate dalle proprie mura domestiche lasciando via libera agli intrusi. Vittima eccellente delle “bande dei social network”  l’ereditiera Paris Hilton. I ladri insomma non devono fare alcuna fatica: seduti tranquillamente alla scrivania di casa devono solo aspettare che gli utenti  sbandierando i propri spostamenti sui social network.  Ed ecco che il furto è servito.

Un gruppo di sviluppatori olandesi ha appena messo in rete un sito che dà un’idea concretissima di quali rischi si corrano a pubblicare troppe notizie personali in giro per internet. Si chiama “Please Rob Me” (“Prego, derubami”) e non fa altro che prendere informazioni liberamente accessibili a chiunque su Twitter. Poi le rielabora, fino a generare in tempo reale una lista di persone che si sono allontanate da casa, lasciando via libera ai potenziali intrusi.

Frank Groeneveld, lo studente di informatica che ha ideato PleaseRobMe.com, dice che l’ispirazione gli è venuta una notte in cui, mentre dormiva, i ladri tentarono di entrargli in casa. Poco dopo, il 22enne olandese si è imbattuto in FourSquare, una specie di gioco che si basa sul fatto che gli utenti, dotati di telefonino gps, indichino in tempo reale i luoghi che frequentano. Più spesso ci si segnala in una determinata località, più punti si acquisiscono, fino a essere nominati “sindaci” di quel posto. Un giochino innocente, se non fosse che l’informazione “Sono entrato nel pub X alle 21,35” può essere facilmente tradotta in “Ho lasciato casa mezz’ora fa”. Una notizia di una certa importanza nella lingua dei ladri, ha pensato Groeneveld.

Specie quando, come molti utenti di FourSquare fanno, viene ripubblicata su Twitter a beneficio dello sterminato pubblico dei social network. «Prima ci ingegnamo a lasciare le luci accese quando andiamo in vacanza, e poi comunichiamo a tutti su internet quando non siamo in casa», spiegano gli autori del sito. «Il nostro intento non è che le persone vengano svaligiate, ma che siano consapevoli di cosa fanno quando usano servizi come FourSquare, Brightkite, Google Buzz, e così via».

Groeneveld e i suoi colleghi nominano espressamente il social network di Google, e non a caso. Da quando è stato lanciato, Buzz ha suscitato perplessità sul fronte della privacy, fino a beccarsi una class action per la discutibile gestione dei dati personali. Tra l’altro, la versione mobile del servizio associa ogni aggiornamento di stato alla posizione dell’utente, e la trascrive sul suo profilo pubblico. In risposta alle lamentele, l’azienda di Mountain View ha dovuto rivedere alcune caratteristiche di Buzz, ma le correzioni non sembrano aver interessato le funzioni di localizzazione degli utenti.

Che l’allarme lanciato da PleaseRobMe sia tutt’altro che ipotetico, lo dimostra anche la cronaca: in autunno, le ville di alcuni vip tra cui Paris Hilton, Lindsay Lohan e Orlando Bloom erano state svaligiate da una gang nota come Bling Ring. Un mese fa si è scoperto che gli adolescenti responsabili dei furti avevano pedinato le loro vittime sui social network per meglio pianificare le azioni.