Privacy online e diritto all’oblio: l’Ue vuole regole più severe

Di Daniela Lauria
Pubblicato il 24 Gennaio 2012 - 09:04 OLTRE 6 MESI FA

(Foto LaPresse)

BRUXELLES – La Commissaria europea per la Giustizia, Viviane Reding, vuole proporre regole più ferree ai siti che gestiscono i dati degli utenti online, come social network, chat e community, ecc. La proposta di Reding sarebbe volta da un lato a proteggere ulteriormente i dati personali degli utenti, spostando il potere dalla parte dei netizen, dall’altra a semplificare l’attuale legislazione, che costa alle aziende 2,3 miliardi di euro all’anno in frammentazione e conflitti delle regole.

E’ prevista per mercoledì 25 l’approvazione della proposta di direttiva sulla protezione dei dati personali da parte della Commissione europea. La nuova regola, che potrebbe vedere la luce già il 25 gennaio, prevede la possibilità di cancellare completamente i dati dell’utente, se questi lo richiede, oltre all’esportazione dei dati da ri-utilizzare in altri siti. In caso di attacco informatico che possa mettere a rischio la privacy degli utenti, inoltre, il sito è tenuto a notificare immediatamente l’accaduto, pena una sanzione che può arrivare fino all’1% del suo fatturato annuo mondiale.

Mercoledì la Commissione Europea renderà noto il nuovo pacchetto su privacy e data protection:  si tratta del primo intervento normativo in materia di riservatezza dal 1995, quando la legge sulla privacy entrò in vigore nell’Ue. La proposta dovrà poi essere ratificata e adottata dagli Stati membri, pertanto potrebbe diventare operativa non prima del 2014 o 2015. Tuttavia si tratta di un’importante passo avanti nella privacy online, che porterebbe a un maggiore ampliamento della forbice tra Stati Uniti ed Europa.

“Le nuove regole – ha spiegato il portavoce della Commissaria, Matthew Newman – sono dirette soprattutto ai giovani, che non sempre sono consapevoli delle conseguenze a lungo termine che possono discendere dal mettere in linea foto o informazioni”. Materiali che sempre più spesso possono rivelarsi imbarazzanti, a distanza di anni, al momento della ricerca di lavoro. Con la nuova direttiva i cittadini europei potranno chiedere la cancellazione anche se la registrazione è su server esterni alla Ue. Una bella gatta da pelare per web company come ad esempio Facebook e LinkedIn.  Riusciranno i social network americani ad adeguarsi?