Surreality Rai. Quando Garimberti e Masi per una volta erano d’accordo nel dire: “Decidiamo noi!” e volevano mandare Berlusconi a cuccia…

Pubblicato il 1 Settembre 2010 - 11:01 OLTRE 6 MESI FA

Mauro Masi, direttore generale della Rai: qui comandiamo noi, Silvio a cuccia

Questa è una notizia dell’Ansa di un anno fa, del 3 settembre 2009. Di suo, letta oggi, è surreale. Non c’è bisogno di commenti per renderla comica, alla luce di quel che è successo in questi dodici mesi.

RAI: GARIMBERTI, NOMINE NON SONO OGGETTO DI SCAMBIO . DIREZIONE GENERALE, NIENTE ACCORDI GIA’ DEFINITI

Nel Consiglio di amministrazione del 9 settembre [2009], il primo dopo la pausa estiva, non è prevista alcuna nomina ma dall’ultima riunione del Cda di Viale Mazzini non si é parlato d’altro.

Oggi [3 settembre 2009]  il presidente Paolo Garimberti ha firmato l’ordine del giorno senza quel punto: “Così come non si decidono nei palazzi fuori dalla Rai, le nomine non si fanno nemmeno in ‘comitati ristretti’ all’interno dell’azienda”, sostiene Garimberti, perché oggi continuavano a circolare indiscrezioni sulle nomine a Rai Tre e sull’ipotesi che il Cda possa procedere a maggioranza portando la candidatura di Gianni Minoli.

“Le nomine, che non possono essere mai oggetto di scambio con l’esistenza o meno di programmi, devono essere approfonditamente discusse e ampiamente condivise con tutti i membri del Cda”, ha aggiunto Garimberti. Una riflessione che, secondo il presidente, non ci sarebbe potuta essere proprio a causa della pausa estiva e per questo, dopo aver consultato anche il direttore generale, non ha messo all’ordine del giorno il punto nomine.

Anche la direzione generale oggi dice la sua sul tema, spiegando che eventuali future nomine saranno come sempre uniformate alle normative vigenti e alle procedure aziendali secondo criteri d professionalità e del più ampio consenso possibile. Quindi non ci sarebbero “accordi già definiti e pressing per le nomine in Rai”.

Nel mirino c’é il direttore di Raitre Paolo Ruffini, che oggi parla e si difende con la sua linea editoriale: “A Raitre non esiste controllo o censura, ma libertà e spirito critico. E’ un modo di fare buona televisione, che deve raccontare il nostro Paese con approccio critico. Credo sia questo a dare il senso al nostro essere servizio pubblico”.

Ma la sua posizione non è delle più semplici perché se, da una parte, è nel mirino della maggioranza di governo perché la sua è la rete di alcuni dei programmi più discussi come quelli di Fabio Fazio, di Milena Gabanelli, di Serena Dandini. Dall’altra esiste però la questione interna al Pd, le cui diverse anime, che probabilmente vorrebbero trovare espressione anche nella dirigenza Rai, si affronteranno solo nel prossimo congresso del partito. Ora però, dopo le accuse di voler aspettare quella occasione per un cambio a Raitre e Tg3, ci sarebbe chi, anche nell’opposizione, spinge per una decisione immediata.

Al pettine verrà presto anche il nodo di Annozero che deve partire il 24 settembre ma è già oggetto di rumors. Oggi sia Marco Travaglio che Vauro dicono che Michele Santoro ha confermato loro che nella prossima edizione ci saranno ma, di fatto, nessuno dei due ha ancora firmato un contratto. E visto che Santoro ha già incontrato il direttore generale Mauro Masi e il direttore di Raidue Massimo Liofredi, non è da escludere che si stia tentando di rivedere la formula della trasmissione che è continuamente al centro della discussione politica. Nessuna ipotesi di modifica alla struttura sarebbe ancora stata avanzata ufficialmente ma non si deve certo escludere che se ne parlerà.