Salute: interazioni farmaci e erbe mettono a rischio il cuore

Pubblicato il 10 Ottobre 2010 - 13:57 OLTRE 6 MESI FA

Rischio di emorragie, aumento della pressione e aritmie ma anche, nei casi peggiori, la morte. Sono alcune delle conseguenze dell’assunzione combinata di farmaci, soprattutto quelli per le malattie cardiovascolari e alcune erbe o integratori alimentari, se presi per alcuni mesi in regime di automedicazione.

Secondo Fabio Firenzuoli, direttore del Centro di Medicina Naturale dell’ospedale S.Giuseppe di Empoli, le interazioni, in Italia si studiano solo da dieci anni e ci sono stati 450 casi segnalati ma che ”sono solo il 10% delle reazioni avverse importanti”. L’attenzione sulle interazioni è stata sollevata nel 2000, con la pubblicazione dei casi di due pazienti trapiantati, deceduti per aver assunto (spontaneamente), per un lungo periodo, l’iperico, una pianta officinale con proprieta’ antidepressive che ha ridotto l’efficacia del farmaco antirigetto, portando i pazienti al decesso.

L’Aifa e l’Istituto Superiore di Sanita’ hanno prodotto pubblicazioni sui rischi da interazione, la maggior parte dei quali si registra con i farmaci per il cuore, antiaggreganti e anticoagulanti e in alcuni casi, con la comune aspirina. Di questi rischi si parlerà in un incontro tra medici e cittadini, organizzato dalla Ausl 11 di Empoli, l’11 ottobre.

Nel mirino ci sono la liquirizia, contenuta in molti prodotti dimagranti (lassativi) che aumenta la pressione arteriosa e abbassa il potassio. Seguono il tè verde, nelle cui foglie è contenuta la vitamina K che riduce l’azione degli anticoagulanti, il succo di mirtillo americano che espone al rischio di emorragie, se preso insieme agli anticoagualanti e quello di pompelmo che aumenta la tossicità delle statine, i farmaci per il controllo del colesterolo.