SALUTE: TUMORI, LEUCEMIA MIELOIDE CRONICA; CALA MORTALITA’, ORA AL 3%

Pubblicato il 13 Giugno 2010 - 11:35| Aggiornato il 14 Giugno 2010 OLTRE 6 MESI FA

La lotta alla Leucemia Mieloide Cronica (Lmc) è più vicina al successo, soprattutto grazie a nuove terapie che l’hanno trasformata in pochi anni in una malattia cronica. Lo ha affermato Michele Baccarani dell’Università di Bologna, coordinatore dello studio internazionale Dasision condotto su 519 pazienti in 26 Paesi, al 15/mo Congresso della Società Europea di Ematologia (Eha), oggi a Barcellona. “In dieci anni la mortalità per questa malattia si è ridotta a un decimo, e ora è rimasto da affrontare solo uno ‘zoccolo duro’ del 2-3%” ha detto l’esperto, nel sottolineare che “ormai la maggior parte dei pazienti convive con la malattia per molti anni, tanto che si cominciano ad avere i problemi, come l’assicurazione o il lavoro, tipici di una malattia cronica”.

I successi recenti nel trattamento della malattia sono dovuti soprattutto all’introduzione dei farmaci inibitori della tirosin chinasi, ormai arrivati alla seconda generazione: al congresso é stato presentato uno studio, pubblicato anche dal New England Journal of Medicine, che ha confermato che il Dasatinib, molecola finora usata solo nei pazienti resistenti ai farmaci di prima generazione o intolleranti ad altre terapia, se usato invece in prima linea risulta più efficace e veloce nel bloccare lo sviluppo della malattia.

Dallo studio è emerso che nel 77% dei pazienti la risposta citogenetica completa è stata confermata al 12/mo mese di trattamento, rispetto al 66% di quelli con la terapia tradizionale. “Questo farmaco è più efficace, ma anche più veloce – ha aggiunto Baccarani – numerose sono state richieste le autorizzazioni per usarlo anche in prima linea e spero si possa fare anche in Italia entro un anno”. La Leucemia Mieloide Cronica è una malattia rara: in Italia si registrano circa 1000 nuove diagnosi ogni anno. L’incidenza della malattia aumenta con l’età (solo nel 2% dei casi si manifesta sotto i 20 anni d’età), rappresenta il 15% di tutte le leucemie degli adulti e il 4% di quelle dell’infanzia.