Il Sole 24 Ore sciopera: redazione contro i piani del direttore Gianni Riotta

Pubblicato il 13 Gennaio 2011 - 10:08 OLTRE 6 MESI FA

Il Sole 24 Ore non è uscito in edicola giovedì 13 gennaio per uno sciopero dei suoi giornalisti. Secondo il sito Affari italiani, il direttore Gianni Riotta ha cercato lo stesso di fare il giornale, di evitare gli effetti dello sciopero, chiamando i fedelissimi, ma non ce l’ha fatta.

Nei giorni scorsi la redazione aveva proclamato tre giorni di sciopero, lasciando al siondacato interno, il comitato di redazione, di scegliere il momento di farlo. All’origine della agitazione la richiesta dei redattori al direttore di discutere prima con loro che con il Consiglio di amministrazione della società editrice il progetto di trasformare il formato del giornale, attualmente di taglia grande, in tabloid, cioè dimezzandolo. Secondo il sindacato dei giornalisti, il passaggio al formato piccolo (come quello del Wall Street Journal) comporterebbe un significativo taglio all’organico, che verrebbe a seguire i già effettuati prepensionamenti per lo stato di crisi.

La direzione aziendale, invece, con un suo comunicato, “ribadisce l’assoluta correttezza dei comportamenti suoi e della Direzione, nel pieno rispetto degli accordi sindacali siglati e delle norme contrattuali vigenti”.

A far precipitare la situazione sarebbero inoltre stati, in presenza dei prepensionamenti e del permanere dello stato di crisi,  i contratti di collaborazione a due nuovi giornalisti,  Marco Ferrante e Francesco Sisci, che secondo il sindacato comporterebbero la violazione dello stato di crisi. Inoltre, secondo il sindacato, “da parte dell’azienda sono state esercitate pressioni su una collega per indurla ad accettare il prepensionamento pur in mancanza di tutti i requisiti”.

Afferma il sindacato: ”Il Sole 24 Ore oggi, 13 gennaio, non sarà in edicola, e per l’intera giornata il sito internet non verrà aggiornato, per lo sciopero dei giornalisti che protestano per il mancato rispetto degli impegni presi da direzione e azienda con la redazione e per la continua mortificazione delle professionalità del corpo redazionale”.

Prosegue il comunicato: ”Anche per queste ragioni, la redazione  aveva già proclamato lunedì lo stato di agitazione, affidando un pacchetto di tre giorni di sciopero al comitato di redazione. Nel corso della giornata, il Comitato di Redazione ha appreso l’attivazione di due nuovi contratti di collaborazione richiesti dal direttore e sottoscritti dall’azienda in una fase in cui è ancora in corso il piano di prepensionamenti che vede l’uscita anticipata dal giornale di 31 colleghi, per far fronte alla difficile situazione economica del gruppo. Inoltre, da parte dell’azienda sono state esercitate pressioni su una collega per indurla ad accettare il prepensionamento pur in mancanza di tutti i requisiti”.

Conclude la nota: ”Il comitato di redazione, ancora in attesa delle informazioni richieste all’azienda sui progetti di rilancio e sviluppo del giornale, ritiene  che questi ultimi eventi, calati in uno stato di forte tensione tra la redazione da una parte, l’azienda e la direzione dall’altra, rappresentino segnali fortemente negativi di un clima non più accettabile, cui dare risposta con l’esercizio del primo dei tre giorni di sciopero”.

Secondo il sito Lettera43, “le tensioni di questi giorni, esplose nell’assemblea del 10 gennario, sono il frutto della discussione che in questi mesi sta animando le redazioni romane e milanesi del quotidiano e riguarda anche la scelta del formato. Un progetto di restyling su cui il direttore Riotta sta puntando fin dal suo arrivo in via Monterosa e su cui i giornalisti vogliono esprimersi prima che il cambiamento sia preso in considerazione dal consiglio di amministrazione.Dimezzare il giornale comporterebbe infatti una riduzione dei contenuti e quindi del lavoro dei giornalisti, che temono quindi una scelta che prima o poi si ripercuoterà contro le loro posizioni in azienda. Anche la pubblicità subirebbe un taglio notevole e questo preoccupa tutti”.