“Manifestanti violenti con picconi e accette”. L’intervista a un poliziotto sul Corriere della Sera

Pubblicato il 18 Dicembre 2010 - 15:17 OLTRE 6 MESI FA

I manifestanti del 14 dicembre non erano solo studenti “innocenti” e lavoratori “pacifici”, ma avevano con sé anche armi improprie, come “picconi e accette”. A raccontarlo è un poliziotto che era in piazza: l’agente è stato intervistato da Rinaldo Frignani per il Corriere della Sera.

A raccontare gli scontri avvenuti a Roma è stato Gianluca Salvatori (conosciuto però dai colleghi come “Luca Drago”): «Dio non voglia che questi, un giorno, raggiungano il loro scopo: uccidere uno di noi. Come gli ultrà hanno fatto con Raciti. Perché allora non so proprio come andrebbe a finire. I politici, gli onorevoli come li chiamo io, devono capire che bisogna cambiare strada. Subito».

Ecco la versione di Salvatori: «Da soli, in 25, abbiamo respinto 5 mila energumeni armati di “male e peggio”, picconi, accette: ma quando ci daranno qualcosa di meglio di uno scudo e un manganello? Dove sono gli idranti e i “capsulum” (un potente lancia-peperoncino)?», chiede «Drago», che a piazza del Popolo ha preso colpi al petto e a una spalla, ed è finito in ospedale”.

Poi l’agente arriva al nocciolo del problema, e cioé quanto vale il rischio anche in termini economici: «Per 1.200 euro al mese, più 13 di indennità nei giorni di ordine pubblico. Quanto guadagniamo all’ora nemmeno ve lo dico perché è ridicolo. I nostri colleghi spagnoli prendono quasi il triplo, gli altri anche di più. Ce la battiamo solo con i greci, ma lì è un’altra storia».

Eppure lui non si arrende, perché ha sposato la causa del proprio lavoro: «Certo, crediamo in quello che facciamo, per me è una vocazione. Martedì, come le altre volte, siamo stati i difensori di Roma contro un’orda di barbari. Ma anche noi abbiamo il diritto di tornare a casa tutti interi. Abbiamo madri, mogli e figli che ci aspettano. Proprio come i teppisti che fermiamo. Invece ci lapidano e ci ordinano di stare fermi, immobili. A subire di tutto. Non dico che le “teste calde” che ci sono fra noi facciano bene a sfogarsi. È chiaro che sbagliano, ma dopo 12 ore di questa storia…».