Sla, ricerca Usa: trovata proteina che rallenta decorso della malattia

Pubblicato il 20 Ottobre 2009 - 11:07 OLTRE 6 MESI FA
Stefano Borgonovo, 45 anni, malato di Sla

Stefano Borgonovo, 45 anni, malato di Sla

Una nuova speranza per la cura della Sla (Sclerosi Laterale amiotrofica) arriva dagli Stati Uniti. I ricercatori delle Università di Rochester e San Diego, infatti, hanno pubblicato online sul Journal of Clinical Investigation i risultati di una recente ricerca in cui viene mostrato che una molecola già in uso contro le setticemie ha mostrato la capacità di rallentare , nei topi, la progressione della Sla o morbo di Lou Gehrig, e quindi di migliorarne il decorso.

Guidati da Berislav Zlokovic, i ricercatori hanno testato la «proteina C attivata» su topi cui è stata procurata una forma aggressiva di sclerosi laterale attraverso la mutazione del gene Sod1, fenomeno osservato in alcuni casi di SLA. La proteina in questione, secondo gli autori, ha proprietà neuroprotettive e rallenta dunque «l’avvelenamento» dei neuroni tipico della malattia. La “C attivata” è già utilizzata in medicina per la cura delle setticemie.

Per vedere una prima sperimentazione su malati di Sla, però, occorrerà attendere almeno 5 anni.

Il morbo di Lou Gehrig  porta il nome del giocatore di Baseball che fu la prima vittima accertata della malattia. Si tratta di  una patologia rara che ha mostrato, negli ultimi anni, una significativa incidenza tra i calciatori.

Secondo un’inchiesta condotta dal procuratore di Torino Raffaele Guariniello nel mondo del calcio ci sono stati ben 43 casi di SLA su 30.000 calciatori presi in esame. Tra le vittime sportivi come Gianluca Signorini, ex Genoa  e Roma e l’ex portiere del Milan Giorgio Rognoni.