Tumore al seno, otto donne su dieci guariscono. Ma il 4 per cento perde il lavoro

Pubblicato il 22 Luglio 2010 - 19:00 OLTRE 6 MESI FA

Otto donne su dieci superano il cancro al seno, che ormai è diventata una malattia curabile nell’80-90% dei casi. Sono ormai oltre 400mila le italiane che lo hanno superato e il 72,6% di loro è soddisfatto del proprio stato di salute. Ma anche se la maggioranza ritorna al lavoro, il  65% teme di ammalarsi di nuovo e 6 su 10 hanno sperimentato un periodo di depressione. E’ questa il quadro che emerge dallo studio presentato oggi da Areo (Associazione ricerca educazione in oncologia), condotto su 150 ex-pazienti di tre centri oncologici di eccellenza (Policlinico di Modena, Istituto per la ricerca sul cancro di Genova e Regina Elena di Roma).

Dalla ricerca emergono alcuni dati positivi, come la soddisfazione per l’assistenza ricevuta: il 45,2% infatti ritiene di essere stata seguita in modo positivo, e il 7,8% in modo eccellente anche a distanza di 10 anni dalla diagnosi, tanto che il 78% delle ex-pazienti si considera guarita.

Per quanto riguarda il lavoro, il 4% lo ha perso nel periodo necessario alle cure. Il 55% al rientro, potendo scegliere, ha optato per il tempo pieno, il 20% per il part-time e per il 27% delle intervistate lo stipendio è aumentato.

L’82% delle donne ha detto di non aver avuto difficoltà a rientrare nel mondo del lavoro, e solo il 2% si è sentita discriminata. Non mancano però alcuni aspetti negativi, come l’assenza di supporto psicologico, cercato solo dal 18% delle pazienti, e l’influenza che ha la malattia sulla donna.

”Il 31% di loro – spiega Valentina Guarneri, oncologa del Policlinico di Modena – manifesta una riduzione della percezione della propria femminilità, il 61% ha sperimentato la depressione, il 24% un cambiamento nelle relazioni familiari e con gli altri (22%), mentre il 50%, anche a 10 anni dalla diagnosi, continua ad avere un calo del desiderio sessuale. A livello fisico i disturbi più frequenti accusati per la tossicità della terapia sono quelli ginecologici (37,5%), articolari (48%) e neurologici periferici (31%)”.