Una Protezione civile molto, molto, molto trasversale

Pubblicato il 18 Febbraio 2010 - 19:19 OLTRE 6 MESI FA

Più va avanti lo scandalo sulla Protezione civile e la mala gestione dei grandi eventi, più appare evidente che l’ombra quanto meno della figuraccia politica si estende dal governo in carica a quelli passati, sia per la scelta delle opere pubbliche poi tema di mandato di cattura sia per l’incapacità di far funzionare correttamente le cose. Di Silvio Berlusconi è facile parlare male, ma a questo punto è un po’ come sparare sulla Croce rossa. Ma nella vicenda delle celebrazioni dei 150 anni di unità d’Italia, Berlusconi ne esce bene e i suoi predecessori un po’ meno. La decisione di procedere con nuove opere per un totale di 645 milioni di euro fu presa dal governo di Romano Prodi e le conversazioni tra i personaggi attualmente in carcere, registrate dai Ros di Firenze, si svolgono sotto quel governo e proseguono serene sotto quello di Berlusconi. A onore di Berlusconi va la polemica sollevata nell’estate del 2009 dall’ex presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, che nella veste di presidente del comitato apposito aveva lamentato ritardi nella attuazione dei programmi celebrativi. Berlusconi aveva risposto per sostenendo che fosse “opportuna una revisione dei progetti originari” e cioè decine di opere di vario tipo in diverse città italiane, per non incorrere in una “celebrazione edilizia dell’evento, confermando l’opinione, già espressa il 29 luglio, che “la crisi economica” e “la qualità di molte opere” imponevano una “seria riflessione” per “correggere il progetto impostato dal precedente governo”. E, sempre a onore del vero, l’attuale presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha assunto analoga posizione: meno edilizia e più cultura. I veri maliziosi possono pensa che avesse il fucile di Umberto Bossi puntato alla schiena o volesse sfrondare i programmi per lasciare più soldi disponibili ai progetti di cui all’inchiesta giudiziaria. Ma pensare così male non è degno, mentre resta il fatto che il suo predecessore quei soldi li ha stanziati e la banda della Ferratella ha cominciato a addentarli ben prima che Berlusconi diventasse primo ministro. Anzi, sempre a essere maligni, quello stanziamento sembra uno degli ultimi decreti di Salò o di Saigon prima delle rispettive cadute.

Marco Benedetto