Windows compie 25 anni: resisterà al mondo del mobile?

Pubblicato il 22 Novembre 2010 - 18:27 OLTRE 6 MESI FA

Marco Magrini per il Sole 24 Ore del 20 novebre 2010 ricorda il compleanno di Windows, che compie 25 anni. Era il 20 novembre del 1985, Ronald Reagan e Mickail Gorbaciov si sono incontrati il giorno prima a Ginevra, Michael Jackson e compagni cantano “We are the world” e la Coca-Cola ha appena lanciato una nuova formula della sua bevanda. Senza clamore alcuno, il giovane Bill Gates lancia sul mercato Windows 1.0, il nuovo sistema operativo della sua Microsoft.

Eppure, con il senno di venticinque anni dopo, si può dire che Windows è stato un successo commerciale superiore a quello della Coca-Cola; che ha accumunato i popoli più dell’inno alla fratellanza del re del pop e che ha cambiato il mondo quasi quanto la fine della Guerra fredda.

Nella sua prima versione, Windows faceva quasi tenerezza, da quanto era brutto e inutilizzabile. Sostanzialmente, era un’interfaccia grafica con il mouse e le finestre che poggiava sopra al Ms-Dos, il MicroSoft Disk Operative System che Gates aveva fornito alla Ibm per dare l’intelligenza al personal computer che lei stessa aveva lanciato senza troppa convinzione. Non a caso, quell’accoppiata in outsourcing – il sistema operativo di Windows e i processori di Intel – ha finito per rastrellare infinitamente più profitti di Big Blue: i produttori taiwanesi potevano replicare i pc a basso costo in barba a Ibm, ma non potevano fare a meno di un chip Intel e del sistema operativo di Gates.

Eppure nel 1985, Windows sembrava uno scherzo, o meglio: una pallida imitazione. Già da più di un anno, la Apple di Steve Jobs aveva lanciato il Macintosh, il primo computer che usava l’interfaccia grafica al posto di orribili caratteri di testo su uno schermo monocromatico. Il confronto fra il primo Mac e il primo Windows era senza storia. Jobs vinceva a mani basse.

Invece, la partita ha avuto esiti ben diversi. Windows è migliorato, versione dopo versione, anche grazie al costante sviluppo dei processori che gli offrivano sempre maggiori velocità di calcolo. Arrivato alla versione 3.1, correva il 1992, diventa in grado di competere con il Mac. E difatti la Apple di Jobs gli fa causa per violazione di proprietà intellettuale. Però il tribunale dà ragione a Gates che, a cavallo dello standard dominante, cavalca la prima computerizzazione planetaria fino a raggiungere le più alte vette dell’opulenza privata.

Riuscire a controllare per anni, anzi decenni, il 90 e passa per cento di un mercato globale, è praticamente impossibile. Con Windows, Gates ci è riuscito. Certo, il predominio gli è costato salato in termini di parcelle legali, per via degli infiniti duelli con le autorità antitrust del governo americano e della Commissione europea. Non è un caso se nel ’97, quando Jobs torna alla guida di una Apple sull’orlo del fallimento, Gates investe a sorpresa (e con clamore) nella società di Cupertino: se avesse perso quell’unico concorrente, la sua posizione di monopolio si sarebbe fatta insostenibile.

Eppure, 25 anni sono lunghi. E ormai, quel formidabile predominio si sta logorando. La Apple, che si è fatta un nuovo nome nelle famiglie grazie all’iPod, ha raddoppiato le sue quote di mercato: in America è intorno al 10%. Il fenomeno Linux è un po’ in discesa, ma sarà rivitalizzato da Chrome Os, il sistema operativo (basato su Linux) che Google lancerà al’inizio dell’anno prossimo. E Windows, anche dopo lo scivolone di Vista – una versione che non ha incontrato i favori dei consumatori, già archiviata da Windows 7 – resta sempre il dominus del mercato pc.

Ma non c’è più solo il pc. La nuova prateria tecnologica è il computing mobile, che si declina con tre anglicismi: smartphone, netbook e tablet. E qui non c’è nessun monopolio: c’è un’aspra battaglia in corso fra Apple (con il suo iOs che fa funzionare i celebri iPhone e iPad), Google (che ha capito per tempo la sfida della mobilità, sviluppando da zero il sistema operativo Android), la Rim con il suo BlackBerry Os e la Nokia con Symbian. Windows Mobile – dopo numerosi fallimenti nel passato – ci riprova oggi. Ma stavolta, sarà comunque impossibile replicare il dominio monopolistico detenuto per un quarto di secolo sul pc.