Arte e (in)giustizia, per un quadro di Sironi andrà a processo a 104 anni

Pubblicato il 24 Gennaio 2011 - 11:05 OLTRE 6 MESI FA

Mario Sironi

A quasi 101 anni, un collezionista veneziano d’arte, Guido Trevisan, ha acquistato, il 22 gennaio, mezza pagina del Corriere della Sera (costo: 27mila euro) per raccontare l’odissea giudiziaria legata all’acquisto nel 2001 di un quadro di Mario Sironi. Un caso che rischia di trascinarsi nelle aule giudiziarie ”per almeno quattro anni”, come scrive Trevisan, quando l’anziano avrà 104 anni.

L’intricata vicenda giudiziara di cui l’uomo si dichiara vittima, riguarda il quadro ”Allegoria” del 1925, comprato in un’asta pubblica di Semenzato-Finarte, ”il cui catalogo – precisa Trevisan – era stato, come per prassi, previamente inviato al Comando Carabinieri tutela del patrimonio artistico”.

L’opera è finita sotto sequestro perché riconosciuta da un imprenditore bolognese come rubata dalla sua collezione. Nel 2009 il Tribunale di Roma ha dato ragione al centenario, accertando che l’acquisto è stato fatto in buona fede, per di più ad un’asta pubblica. Ma l’imprenditore, che dichiara di avere perso le tracce dell’opera nel 1999, ha proposto appello e l’udienza della causa di secondo grado è stata fissata per la fine del 2014, quando appunto Trevisan avrà quasi 104 anni. Fino a quel momento il dipinto resterà nelle mani dell’imprenditore.

”A quell’epoca, se il buon Dio e la salute continueranno ad assistermi – scrive l’anziano nello spazio a pagamento del quotidiano – avrò compiuto 104 anni e solo allora, forse, potrò tornare a godere del meraviglioso dipinto di Mario Sironi, tredici anni dopo averlo acquistato e pagato. Che giustizia è questa?”.

Nel definire la vicenda ”vergognosa e intollerabile”, Trevisan solleva più di qualche dubbio. Il quadro acquistato all’asta – rileva – raffigura allegoricamente ”una figura virile che brandisce una mazza bianca”, ha dimensioni 48 cm per 31,5 ed è datato dall’autore 1925. Quello rivendicato dall’imprenditore, sempre secondo l’anziano collezionista, ”raffigurerebbe un martello, avrebbe dimensioni 30 cm per 20 e sarebbe risalente al 1930”. Trevisan esplicita un sospetto pesante. ”Dopo aver visto presso il comando carabinieri il quadro che avevo acquistato – accusa – l’imprenditore, guarda un po’ la fatalità, ha rettificato i dati del quadro rubatogli, attribuendo l’errore niente di meno che al proprio avvocato”.

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