Atleta di Fano, Venere di Morganella: opere d’arte dimenticate nella “periferia”

Pubblicato il 8 Maggio 2011 - 17:43 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – In Italia molte opere d’arte rischiano di finire nel dimenticatoio: lo ha scritto Le Monde, in un articolo che è stato poi ripreso dal Fatto Quotidiano.

Il giornale francese ha fatto alcuni esempi di opere che sono state oggetto di contesa tra il nostro Paese il museo Getty di Malibù, vicino Los Angeles: “L’Atleta di Fano, noto anche come Lisippo di Fano, una scultura del IV° secolo a.C., attribuita allo scultore greco Lisippo si trova tuttora in California”. L’opera, ritrovata al largo di Fano nel peschereccio “Ferruccio Ferri”, fu inizialmente “snobbata” nel circuito artistico italiano e tenuta nascosta: successivamente è passata nelle mani di vari antiquari e commercianti, fino a giungere negli Stati Uniti.

La statua si trova al centro di una vera e propria querelle giudiziaria: “Nel 2005, l’ex conservatrice del museo Getty, Marion True, è stata rinviata a giudizio da un tribunale italiano per associazione a delinquere e ricettazione di opere d’arte e, in particolare, per aver acquistato l’Atleta di Fano sapendo che era di provenienza illecita e che era in effetti di proprietà dello Stato italiano. Il Museo Getty si è sempre difeso sostenendo che non era possibile stabilire con certezza se la statua era stata ripescata in acque territoriali italiane o in acque internazionali”.

Altro caso esemplare è quello della Venere di Morgantina: anche questa scultura si trovava al museo Getty: anche in questo caso il museo di Malibù è stato condannato a restituire all’Italia l’opera d’arte, che adesso si trova nel museo archeologico del paesino di Aidone, in Sicilia.

Di fatto, sottolinea però Le Monde, “per la Venere di Morgantina, vera star a Malibù, il ritorno in Italia è con ogni probabilità un ritorno all’anonimato”. Infatti Giancarlo Galan, neo ministro dei Beni culturali, “ha immediatamente raffreddato gli entusiasmi e la felicità del sindaco e degli abitanti di Aidone che l’11 maggio prossimo con una cerimonia ufficiale mostreranno la statua al pubblico. “Mi domando” – ha detto il ministro – “se è sensato esporre la Venere in un piccolo museo di provincia difficilmente raggiungibile”.

Non a caso, prosegue l’articolo, Galan “ha avanzato anche perplessità in ordine ai Bronzi di Riace (due statue greche del V secolo a.C. ripescate in mare nel 1972) esposti nel museo di Reggio Calabria per la sola ragione “di essere stati ritrovati al largo di quella città”. Il fatto è che questi capolavori ritornano nel quasi totale anonimato soprattutto quando i musei sono fuori del circuito turistico e non si trovano in città d’arte abituali mete di visitatori di tutto il mondo”.