Atleta Vittorioso: va confiscata la statua attribuita a Lisippo del Getty Museum

Pubblicato il 11 Febbraio 2010 - 18:33 OLTRE 6 MESI FA

La statua di Lisippo

Il gip del Tribunale di Pesaro, Lorena Mussoni, ha disposto la confisca della statua bronzea dell’Atleta Vittorioso, nota anche come l’Atleta di Fano, attribuita allo scultore greco Lisippo, il più importante bene archeologico conteso fra Italia e Usa.

La statua era stata ripescata nell’agosto 1964 al largo di Fano dalle reti di un peschereccio, forse in acque internazionali, ed era poi finita dieci anni dopo al Paul Getty Museum a Los Angeles. La sentenza del gip dispone il sequestro della scultura «attualmente al Getty Museum o ovunque essa si trovi».

Successivamente la Fondazione Getty ha dichiarato che farà ricorso in Cassazione contro l’ordinanza del gip di Pesaro. In una dichiarazione diffusa a Los Angeles, la fondazione Getty si dice «delusa dalla decisione» del gip giudicandola «viziata sia dal punto di vista procedurale, sia nella sostanza».

La fondazione ricorda che «lo stesso tribunale a Pesaro aveva respinto un precedente ricorso nel 2007 nel quale lo stesso pubblico ministero aveva sostenuto che la statua dell’atleta vittorioso apparteneva all’Italia». In quel caso, il giudice aveva stabilito che, essendo il reato prescritto, «il Getty doveva essere considerato il proprietario in buona fede» del bronzo. Ricordando che nessuno è stato condannato da un tribunale italiano in questo caso, «il Getty farà appello contro la decisione del gip di Pesaro presso la Corte di Cassazione a Roma e difenderà con vigore la sua proprietà legale della statua».

Secondo gli studiosi, l’Atleta Vittorioso è stato realizzato tra il IV e il II secolo a. C., ma le considerazioni di tipo stilistico la porta a essere accostata a Lisippo, uno dei più grandi scultori della Grecia classica. La statua è mancante dei piedi, è alta poco più di un metro e mezzo e pesa circa 50 chili. La scultura potrebbe essere stata parte di un gruppo di atleti vittoriosi in un santuario, forse a Delfi o a Olimpia. La nave che la stava trasportando in Italia naufragò in mezzo all’Adriatico. Stando alle dichiarazioni a suo tempo rilasciate dal capo del peschereccio, la statua venne ripescata «a 43 miglia dal Conero e 27 miglia dalla costa della Jugoslavia» a circa 75 metri di profondità.

La statua è stata esportata illegalmente, sia che sia stata rinvenuta in acque italiane sia in quelle internazionali, in quanto venne recuperata e issata a bordo da una nave battente bandiera italiana e sbarcata in territorio nazionale. Dopo varie vicissitudini, la statua venne acquistata nel 1977 dal Getty Museum per poco meno di 4 milioni di dollari. I curatori del museo hanno sempre detto di non aver saputo della provenienza illecita della statua per cui non si sentono in dovere di doverla restituire.