Bansky è Robin Gunningham: così hanno scoperto vera identità

di Redazione Blitz
Pubblicato il 4 Marzo 2016 - 17:35 OLTRE 6 MESI FA
Bansky è Robin Gunningham: così hanno scoperto vera identità

Bansky è Robin Gunningham: così hanno scoperto vera identità (foto Ansa)

LONDRA – Bansky si chiama Robin Gunningham: gli studiosi della Queen Mary University di Londra sono convinti di aver scoperto l’identità dell’elusivo artista britannico, noto in tutto il mondo per i suoi graffiti. Che si trattasse di Robin Gunningham lo aveva già ipotizzato il Mail on Sunday nel 2008. In questo caso però ci sarebbe la prova “scientifica”: è stata utilizzata una tecnologia di localizzazione geografica, mutuata dalla lotta al crimine, che ha permesso di trovare una serie di corrispondenze fra i luoghi a Londra e Bristol dove sono apparse le opere del ‘writer’ e una serie di indirizzi associati a Gunningham. Secondo gli studiosi, la stessa tecnica potrebbe avere un importante utilizzo nell’anti-terrorismo, ad esempio per analizzare i luoghi frequentati da estremisti, come quelli in cui si distribuiscono volantini o fanno graffiti contro le autorità, in modo da individuare e ‘seguire’ potenziali attentatori.

Scrive il sito Tpi:

Le aree prese in considerazione sono state quelle fra Londra e Bristol probabile luogo di residenza dell’artista. Gli scienziati hanno studiato 140 opere sparse tra le due città. I graffiti hanno permesso di individuare alcuni punti chiave come pub, parchi o indirizzi specifici che sono risultati essere posti frequentati da Gunningham.  Già nel 2008 era stata avviata un’indagine per scoprire l’identità di Banksy che collegava l’artista a un 34enne di Bristol con la passione del disegno. Ma la voce fu poi smentita.

La nuova indagine condotta dal gruppo di scienziati e pubblicata una settimana fa sul Journal of science spatial ha riaperto l’ipotesi che possa trattarsi di Robert Gunningham.  Non si è fatta attendere la replica del team legale dell’artista. Secondo la Bbc, gli avvocati di Banksy hanno contattato il personale della Queen Mary University per fare chiarezza sul contenuto delle loro ricerche. In particolare, la preoccupazione dei legali è ricaduta sulla formulazione di un comunicato stampa pubblicato e poi ritrattato.